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“Morta per un boccone andato di traverso”. Così dicono dalla struttura di ricovero. Le sorelle denunciano

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tribunale-messina 1Una telefonata ha annunciato alle sorelle di un’anziana affetta da schizofrenia paranoide,la morte della congiunta per soffocamento: un boccone “andato di traverso”- è stato detto loro. A dirlo, la direttrice di di una struttura di ricovero idonea al trattamento delle condizioni psicopatologiche della degente, una 72enne. Ma su questa morte le sorelle vogliono vederci chiaro e hanno presentato esposto in Procura. Raccontano che la loro congiunta era invalida al 100% per malattia mentale,che dopo aver trascorso anni in strutture pubbliche improvvisamente, e senza alcuna comunicazione a loro – la donna è stata ricoverata in altra sede, a Castanea. Era l’ottobre 2012 quando, telefonicameente, le sorelle hanno appreso del trasferimento della congiunta. “Manifestando sorpresa per il fatto di non essere state avvertite e coinvolte nella decisione – si legge nella denuncia-
comunicavano, tramite raccomandata,  al medico responsabile della Struttura, al medico responsabile del dipartimento Nord di Salute Mentale, al Giudice Tutelare, alla amministratrice di sostegno ed alla direttrice della Casa di riposo, che la loro sorella era stata sempre assistita da personale medico e paramedico di elevata specialità, in strutture idonee per malati psichiatrici e, non avendo contezza della idoneità della nuova sede, di essere rassicurate sull’idoneità ad ospitare la sorella, nonché di garantire alla loro congiunta cure idonee ed assistenza continuativa con personale sanitario o parasanitario”. A detta delle denuncianti le comunicazioni non ebbero mai alcun riscontro. Recandosi in visita alla sorella, poi, notavano un peggioramento delle sue condizioni di salute. La degente – dicono – manifestava un gonfiore alla gamba destra che non le permetteva di deambulare normalmente. Un mese dopo sono subentrati altri disturbi: svenimenti e vomito. Sino al 29 gennaio scorso, quando le due sorelle sono state contattate dal personale della struttura che le informava del decesso della congiunta, la cui causa – si legge – ” era da ascrivere ad un boccone andato di traverso”. Circostanza, questa, esclusa dal medico di famiglia che ha visionato il cadavere e redatto il certificato di morte.
Le denuncianti chiedono che attraverso l’autopsia venga accertata la causa del decesso ed eventuali responsabilità. Sono assistite dall’avvocato Nino Cacìa.

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