Morirono precipitando da un viadotto: condannati i vertici del Cas del tempo

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viadotto ritiroIn primo grado assolti perchè il fatto non sussiste, in Appello condannati, adesso la Cassazione, quarta sezione penale, conferma la sentenza di condanna del secondo grado di giudizio. Si tratta dei funzionari del Cas coinvolti nel procedimento penale che scaturì dall’incidente mortale avvenuto nel maggio 2003: vittime furono quattro amici. Cesare Paone, Alberto Giacoppo, Salvatore Ordile e Antonino Pino, viaggiavano a bordo di una ’Audi A4 che percorreva la tangenziale A/20, in direzione Messina-Palermo. Sul viadotto Ritiro, l’pauto ha sbandato ed è finita contro il guard-rail , sfonfandolo e precipitando da un ‘altezza di 52 metri sull’abitato del villaggio Ritiro. I quattro amici morirono sul colpo. I vertici del Cas, al tempo il commissario straordinario Benedetto Dragotta, il direttore generale Ubaldo Luxi, il direttore d’esercizio Felice Siracusa e il direttore tecnico Gaspare Sceusa, furono accusati di omicidio colposo plurimo per il profilo omissivo: mancavano barriere protettive più efficienti in un tratto di carreggiata molto trafficato. Assolti nel primo grado di giudizio, il 22 aprile 2010, dal giudice monocratico Walter Ignazittop, la sentenza fu clamorosamente ribaltata in Appello. Il 6 giugno 2011, otto anni dopo la tragedia, giudici condannarono i quattro dirigenti del Cas ad un anno e mezzo di reclusione. La Cassazione, un anno dopo, ha confermato la sentenza.

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