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Migranti. I 400 di ieri stavolta li ha portati la “solidarietà”

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Non è della Guardia Costiera, né della Marina Militare, la nave che ieri, al molo Marconi, ha portato 405 migranti. Si chiama Phoenix, è la “nave della solidarietà”, una nave privata.

La Phoenix è una nave di 40 metri, batte bandiera del Belize, ed è stata allestita dai coniugi Christofer e Regina Catrambone, lui americano, di Norfolk, e lei italiana di Reggio Calabria.

Sono due imprenditori i Catrambone, e risiedono a Malta.

Turbati dal naufragio di migranti del 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa, decidono di fondare un’organizzazione non governativa, la Moas (Migrant Offshore Aid Station).

Danno vita, quindi, nel 2014, all’omonimo progetto di “Postazione di aiuto in mare”, che da quest’anno si svolge in collaborazione con un’altra organizzazione umanitaria,  “Medici Senza Frontiere”.

Lo sbarco di migranti registrato ieri a Messina è il sesto del 2015. La macchina organizzativa, coordinata dalla Prefettura si è attivata come sempre: forze dell’ordine, Asp e Croce Rossa Italiana al lavoro per assistere ed identificare i migranti.

Il “solito” schema, schema che al molo Marconi ha visto altri 5 sbarchi in meno di 5 mesi, per un totale di oltre 2000 arrivi.

Dei migranti giunti a Messina, oltre 300 gli eritrei, gli altri siriani e, in misura inferiore, sub sahariani.

Dopo l’identificazione, in 200 sono stati condotti ai centri di accoglienza allestiti al PalaNebiolo e alla caserma Bisconte. I 20 minori sono stati aggregati agli altri già assistiti nell’ex Ipab Scandurra. Gli altri sono stati dirottati ai centri di accoglienza di Trapani e Bari.

La Polizia ha avviato le indagini per identificare gli scafisti.

 

 

 

 

 

 

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