Foto DIA - Sequestro Casa di Cura Cappellani

Messina. Sequestro Casa di Cura Cappellani: ecco i dettagli

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Messina. Emersi i dettagli del sequestro di Villa Cappellani, operato stamane dalla DIA e dalla Guardia di Finanza. La misura cautelare del sequestro penale per il complesso, che oggi ospita la “Casa di Cura Cappellani”, scaturisce da un’attività di riciclaggio – attraverso schermatura fiscale – svolta nel 2002 ad opera di due società, una italiana e una lussemburghese.

Un’indagine durata un anno e mezzo, complessa ed articolata, eseguita in sinergia e con estrema professionalità dalla Direzione Investigativa Antimafia e della Guardia di Finanza di Messina. Pedinamenti, intercettazioni e analisi di flussi economici per quella che è stata definita «un’indagine da manuale» dal sostituto procuratore Sebastiano Ardita.

La vicenda, come anticipato, affonda le sue radici nel decennio passato: era il 2002, prima della creazione del c.d. “scudo fiscale”, quando furono costituite due società Aughi SA, con sede in Lussemburgo, e Villa Cappellani Srl, con sede in Italia.

La prima era una Società Anonima, definita dagli inquirenti come “società vuota”, mentre la seconda, Villa Cappellani srl, era stata costituita da due soggetti, uno dei quali oggi indagato, Dario Zaccone.

Zaccone è l’ex presidente dei Revisori dei conti del Comune di Messina.

Le indagini svolte dalla DIA e dalla Guardia di Finanza partono da un transito sospetto di capitali fra la società anonima lussemburghese e l’italiana Villa Cappellani Srl, sotto forma di investimento infruttifero soci. La società Villa Cappellani Srl attraverso questi capitali, valutati in circa 2 milioni e mezzo di euro,a provvedeva all’acquisizione degli immobili che avrebbero ospitato, successivamente, l’odierna clinica “Casa di Cura Cappellani”.

Zaccone, nel 2006, cede le proprie quote (1%) e la Aughi SA diviene socio unico della società Villa Cappellani. L’azienda (AUGHI) è riconducibile a Dino Cuzzocrea e Antonio Di Prima.

I due, aderendo allo “Scudo Fiscale ter”, rimpatriano quindi le quote societarie per quasi 2milioni di euro. Tra il 2010 e il 2011, la società lussemburghese viene trasformata nella “Immobiliare Cappellani Srl” della quale Dino Cuzzocrea diventa socio al 60% ed amministratore unico, lasciando la quota restante ad Antonio Di Prima. Sempre nel 2011, la nuova società incorpora la società Villa Cappellani acquisendone il controllo dell’intero capitale sociale.

Assolutamente estraneo ai fatti, come più volte sottolineato durante la conferenza stampa di oggi, il Gruppo Giomi SPA che oggi gestisce l’attività medica all’interno del complesso sanitario ed è titolare dell’autorizzazione e dell’accreditamento della Casa di Cura Cappellani.

Per queste ragioni, nonostante il sequestro dell’immobile eseguito all’alba di oggi, le attività sanitarie non sono state interrotte e proseguiranno come previsto.

L’ipotesi principale al vaglio degli inquirenti, in questo momento, è che l’immobile sia stato dunque acquistato da “Villa Cappellani Srl” utilizzando delle provviste economiche ottenute dagli imprenditori sottraendosi alla vigente normativa fiscale italiana.

Le indagini continueranno ma, come confermato durante la conferenza stampa, i sospetti di riciclaggio e falsa intestazione che hanno portato all’odierno sequestro della Casa di Cura Cappellani sono da ritenersi assolutamente fondati.

Dalle intercettazioni si evidenzierebbe, infatti, lo stretto legame tra i fratelli Cuzzocrea e Zaccone, e fra quest’ultimo e Di Prima. Per Dino e Aldo Cuzzocrea e Antonio Di Prima sono ipotizzati i reati di trasferimento fraudolento di titoli e valori mentre, per Dario Zaccone, si tratterebbe di riciclaggio

Come ha sottolineato il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Tolomei: «Una tale attività di schermatura sottende una provenienza illecita, possibile provento di evasione fiscale». E, in effetti, non ci sarebbe stato motivo di eseguire numerose operazioni economiche – come quelle perpetrate in Lussemburgo – se i capitali utilizzati per l’acquisizione immobiliare fossero stati legittimi.

L’opera della DIA e della Guardia di Finanza non si ferma: le indagini, infatti, proseguiranno per verificare i flussi economici di queste operazioni e, eventualmente, comprendere ulteriori sfaccettature della vicenda.

Nel nostro precedente articolo il video che segue le operazioni di sequestro di stamattina.

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