L’incubo di 200 passeggeri del volo Roma-Catania, costretti ad atterrare a Palermo e giunti a Fontanarossa con 4/5 ore di ritardo

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sigonellaSigonella funziona come alternativa allo scalo di Fontanarossa? Chiedetelo ai 200 passeggeri che lo scorso mercoledi, a tre giorni dalla chiusura della pista dell’aeroporto catanese, il cui traffico è stato spostato allo scalo militare di Sigonella, hanno raggiunto Catania tra le 3 e le 4,30 del mattino. Orario previsto di atterraggio a Sigonella era 22,44. Il volo Alitalia AZ175 Roma Fiumicino-Catania Sigonella ha avuto un ritardo di oltre 3 ore. Lo fa sapere il Codacons in una nota, che minaccia un esposto all’Enac. “L’aereo – riporta la nota – è stato improvvisamente dirottato su Palermo dopo 40 minuti durante cui si è sorvolato il capoluogo etneo, perché il parcheggio degli aerei di Sigonella era pieno e altri quattro aerei avevano la priorità d’atterraggio. A quel punto l’aeromobile, in penuria di carburante, come riferisce un passeggero, ha dovuto necessariamente effettuare l’atterraggio a Palermo tra le proteste dei passeggeri”. Inoltre, – denuncia ancora il Codacons – nello scalo di Palermo non ci sarebbe stata nessuna forma di accoglienza e i pullman, arrivati in tempi diversi hanno portato i passeggeri a Catania tra le 3 e le 4,30 del mattino.”
Dalla Società Aeroporto Catania l’informazione che “tutti i vettori che hanno aderito al Piano Sigonella 2012 (predisposto da Aeronautica Militare, Enac e SAC) sono a conoscenza delle limitazioni operative della base dove – come documenta il decreto siglato in ottobre dal Ministero della Difesa di concerto con quello dei Trasporti e Infrastrutture – il traffico militare ha comunque la priorità su quello civile. Proprio per le caratteristiche infrastrutturali dell’aeroporto di Sigonella, dopo le effemeridi, per ragioni di sicurezza è consentito al traffico civile di effettuare una sola operazione alla volta sulla cosiddetta ‘Area di movimento’, ovvero l’insieme di pista, raccordi e piazzali sui quali si muovono gli aeroplani. Alle limitazioni elencate si aggiunge poi la variabile del traffico militare che, per la sua stessa natura di missione, non può essere programmata e prevista nel piano voli”.

Inoltre la Sac sottolinea “come il Piano Sigonella, sollecitato dalla comunità e dalle imprese del territorio, sostenuto dalla deputazione nazionale e regionale e interamente autofinanziato dalla stessa società di gestione di Fontanarossa, non era immune da disagi e ostacoli quotidiani per i quali si è sempre chiesta la collaborazione e la tolleranza da parte degli utenti. Da parte loro, l’Aeronautica Militare del 41° Stormo e tutti gli operatori aeroportuali – compagnie aeree, handlers, addetti security, imprese di trasporto, Enac e gli altri enti di Stato – sono costantemente impegnati H24 dal 5 novembre e fino a tutto il 5 dicembre a garantire la mobilità ai passeggeri scongiurando la paventata chiusura dello scalo, il più grande della Sicilia e di tutto il Sud Italia, con tutte le conseguenze del caso”.
Cosa aggiungere a tanta “giustificazione” ai disagi? Solo che, per alcune destinazioni, ai viaggiatori messinesi rimane sempre l’alternativa dell’aeroporto di Reggio Calabria. Al momento certamente preferibile a lunghissime attese determinate da priorità militari.

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