La maggioranza dei dipendenti EFAL, settore Interventi Formativi, si rivolge alla Procura e alla Corte dei Conti con due esposti in cui denuncia “presunte irregolarità nell’assegnamento e nella gestione dei finanziamenti pubblici per lo svolgimento di interventi di formazione professionale”. Nella dettagliata documentazione presentata , viene evidenziata da una parte la gestione dei finanziamenti regionali da parte dell’EFAL che- si legge in un comunicato – “ha accumulato a partire dal 2008, debiti (oltre i finanziamenti riconosciuti) per circa 620.000 Euro (ai quali vanno aggiunti quelli maturati nel periodo Agosto 2013 – Febbraio 2014) nei confronti dei dipendenti e circa 200 mila euro nei confronti dei fornitori, dall’altra la “cecità” degli organi dell’Assessorato Regionale della Formazione che invece di intervenire e sanzionare l’Ente che ha disatteso leggi e circolari, continuano ad assegnargli finanziamenti per la gestione di corsi.”
In 15 pagine supportate da 89 allegati, vengono spiegate le tappe della vicenda. Ecco cosa scrivono: “Pur avendo regolarmente prestato servizio nell’ambito dell’attività formativa conclusa nel luglio 2013, i lavoratori dell’Efal non percepiscono lo stipendio dal mese di Febbraio 2013; sono privi di copertura previdenziale dal 1 Agosto 2013 al 24 Febbraio 2014, data di proclamazione dello sciopero da parte del Comitato spontaneo che hanno costituito; e sono creditori di ulteriori 9 mensilità e di una quota parte degli arretrati contrattuali per un ammontare complessivo di circa 620 mila euro, già accertati con disposizione esecutiva dalla Direzione Territoriale del Lavoro di Messina.
I dipendenti dell’EFAL risultando paradossalmente “occupati” (né sospesi, né posti in mobilità), non hanno diritto ad alcuna forma di integrazione e/o sostegno al reddito ed allo stato non si è rivelata possibile persino l’ipotesi di una loro diversa collocazione (per es. presso il Ciapi di Priolo, ente regionale che dovrebbe assorbire tutti i lavoratori rimasti privi di incarico). Ma a pagare le conseguenze sono anche gli allievi, che non hanno ricevuto il pagamento dell’indennità di frequenza e perfino i destinatari delle azioni formative finanziate per l’anno 2013-2014, in quanto l’Ente non ha mai avviato i corsi.
Nei due esposti sono sottolineate tutte le incongruenze e i paradossi di questa vicenda: “l’EFAL- scrivono i dipendenti – già formalmente sottoposto al procedimento di revoca dell’accreditamento avviato nell’Aprile 2013, pur non avendo risolto alcuna delle criticità contestate ed al contrario aggravando ulteriormente la propria posizione economica ed organizzativa, non ha subito alcun provvedimento diffidatorio e/o sanzionatorio da parte dell’Assessorato per l’Istruzione e per la Formazione Professionale. Anzi- scrivono ancora – il 14 Aprile 2014, malgrado la grave situazione dell’Ente sia stata denunciata alla Regione, è stato pubblicato un ulteriore decreto di finanziamento a favore dell’EFAL Provinciale di Messina, nell’ambito “Formazione Permanente” per complessivi € 78.045,00 relativi all’attività formativa 2014 per un totale di 605 ore corsuali. Attività mai avviata vista l’assenza di una sede accreditata e la mancanza del personale in sciopero, fatti di cui Palermo era stata tempestivamente informata! Ma circostanza ancora più grave, l’Ente non ha mai “inspiegabilmente” avviato i corsi assegnatigli negli ambiti “Formazione Giovani” e “Formazione Ambiti Speciali”, i cui due decreti di finanziamento (€ 1.072.260 per un totale di n°8190 ore ) sono stati pubblicati il 19 dicembre 2013. Per motivi che saranno certamente oggetto di accertamento da parte degli organi inquirenti.
A nulla- concludono i dipendenti Efal – sono servite le diffide delle Rappresentanze Sindacali Aziendali, le richieste di spiegazione da parte dei lavoratori, la denuncia presentata alla Direzione Territoriale del Lavoro in data 11 Dicembre 2013 e perfino l’appello indirizzato al Presidente Crocetta e all’Assessore Scilabra pubblicato sui maggiori organi di informazione il 27 e 28 Marzo 2014. Da Palermo il silenzio è stato assordante.”
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