Al coro di “La scuola pubblica non si tocca! La difenderemo con la lotta!” tornano a sfilare per le strade del centro, armati di megafoni, i ragazzi delle scuole superiori di Messina.
Non era evidentemente armato solo di megafono quel manifestante che ha fatto esplodere un petardo, o una bomba carta, sul corso Cavour, all’altezza di piazza Duomo.
Avrebbe potuto avere conseguenze ben più serie il gesto che ha provocato, oltre che un legittimo spavento nei passanti, dei danni, per fortuna leggeri ad alcuni di loro. Capogiri, disturbi passeggeri nell’udito, sono stati infatti denunciati da più d’uno.
Allertate immediatamente le forze dell’ordine che non sono riuscite, però, ad identificare il ragazzo o i ragazzi che hanno fatto esplodere il petardo.
La manifestazione è “monitorata” dagli agenti della Digos.
Gli studenti sono tutti accomunati, come nel resto d’Italia da una protesta “ad oltranza” al decreto Buona scuola che, per studenti, insegnanti e genitori, di buono ha ben poco.
“Scuole pubbliche che rischiano di diventare “ghetti”, in favore delle scuole private”, denunciano alcuni studenti del corteo che, alle 9, si è mosso da piazza Antonello.
I ragazzi stanno percorrendo le strade della città per richiamare l’attenzione delle istituzioni, nazionali e locali, sulla situazione in cui versa la scuola pubblica.
Presenti gli alunni degli Istituti Bisazza, Caio Duilio, Ainis, Verona Trento, Minutoli e Jaci, dei licei scientifici Seguenza e Galilei, dei licei classici Maurolico e La Farina, e del liceo artistico Basile.
Una protesta, quella messinese, che ha visto comunque divisi gli studenti. Due manifestazioni in una manciata di giorni, la prima il 9 e la seconda oggi.
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