Corsi d’oro, arrivano le condanne nel processo sulla Formazione

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Arrivano le sentenze nell’ambito del processo “Corsi d’oro 1“, sulla formazione professionale in Sicilia.

I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Messina hanno inflitto a: Elio Sauta, sette anni e sei mesi; 3 anni e sei mesi alla moglie, Graziella Feliciotto; all’ex assessore Melino Capone, 2 anni; a Chiara Schirò, moglie del parlamentare FI Francantonio Genovese, 2 anni e 2 mesi; a Daniela D’Urso, moglie dell’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, 4 mesi; a Concetta Cannavò 1 anno; 1 anno e 5 mesi a Natale Lo Presti;  1 anno e 4 mesi a Nicola Bartolone, 6 mesi a Carlo Isaja, ispettore del lavoro; 1 anno e 8 mesi a Salvatore Giuffrè;  3 mesi infine per Daniela Pugliares.

Pena sospesa per Cannavò, Lo Presti, Bartolone, Isaja, Capone, Pugliares e D’Urso. Assolti, invece, dalle accuse Natale Capone e Giuseppe Caliri.

Le accuse contestate a vario titolo sono di associazione finalizzata al peculato (il Tribunale però ha riqualificato il peculato in truffa aggravata) reati finanziari e falsi in bilancio connessi alla gestione degli enti di formazione professionale, peculato, truffa e tentata truffa.

L’avvocato Nino Favazzo, difensore  di Chiara Schirò, ha così commentato la sentenza: «Salvo ogni altro approfondimento di merito, possibile solo dopo il deposito della motivazione, la semplice lettura del suo dispositivo, consente una prima riflessione: la sentenza emessa oggi dai Giudici della Seconda Sezione del Tribunale di Messina rappresenta la cartina di tornasole quanto alla eccessiva severità delle pene inflitte, per le medesime condotte, appena qualche mese addietro, da altro Collegio Giudicante. Ciò impone una seria e ben più ampia riflessione sul tema della discrezionalità del Giudice nella applicazione della pena, soprattutto ove si consideri che, così evidenti differenze in termini di trattamento sanzionatorio, si colgono all’interno di uno stesso Ufficio Giudiziario».

 

 

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