Rimane indagato l’ex presidente degli industriali di Messina, Carlo Borella, insieme ad altre 25 persone, nell’inchiesta della Procura di Milano riguardante il fallimento della “Else Spa”, azienda che si occupa di grandi lavori stradali. I magistrati lombardi hanno infatti chiuso le indagini del secondo filone d’inchiesta che coinvolge Borella, già arrestato nell’ambito della operazione messinese denominata “Buco nero”, scaturita dal fallimento della “Demoter Spa”, per cui Borella è sotto processo a Messina. Tra gli indagati ci sono anche Biagio Grasso, direttore generale della società, l’avvocato Andrea Lo Castro, il commercialista Francesco Chiesa e il ragioniere Benedetto Panarello. Tutte persone che già comparivano nell’inchiesta legata al fallimento della Demoter.
Gli anni di attività Demoter finiti sotto l’esame della magistratura messinese erano stati quelli del triennio 2010-2013, e già in quella prima inchiesta cittadina venne fuori il nome della “Else”, che gli inquirenti siciliani ritennero fosse la sigla utilizzata da Borella come società di comodo per ottenere il subappalto Astaldi alla Metropolitana di Milano e alla galleria Cattolica di Pesaro. Tenendo fuori la Demoter. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta e di altri reati connessi tra cui riciclaggio, false fatturazioni e turbativa d’asta. La Procura del capoluogo lombardo ha accertato “distrazioni” di denaro per circa 11 milioni di euro per la “Else”, che a detta degli inquirenti fu aperta a Milano ma diretta da Messina proprio da Borella, considerato
“amministratore di fatto”.
E’ il 30 settembre 2014 quando scatta l’operazione ‘Buco Nero’. La Squadra Mobile, spulciando tra le carte di una società, la Demoter, ditta che si occupa di movimento terra e appalti pubblici, cui fa capo l’imprenditore Carlo Borella, esegue 14 ordinanze di misura cautelare. Una bufera che si abbatte su ben 5 società ( tra queste la milanese ‘Else'” – a detta dell’accusa facenti capo alla Demoter. Per gli indagati, le accuse, a vario titolo e in concorso tra loro, sono di “plurime fattispecie di bancarotta fraudolenta”.
Carlo Borella, all’epoca 52 anni, viene arrestato e accompagnato al carcere di Gazzi. Agli arresti domiciliari finirono, tra gli altri, anche il padre e la sorella di Borella.
Furono inoltre sequestrate società per un valore di circa 10 milioni di Euro.
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