Chiesti 8 anni di carcere per Fabio Salvato, falso trader finanziario che faceva ‘sparire’ i risparmi dei clienti

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Il pm Antonio Carchietti ha chiesto la condanna a 8 anni di reclusione per Fabio Salvato, il finto trader finanziario arrestato nel 2011 insieme al suo autista, e per l’accusa anche prestanome, Stefano Volpe. Richiesta di condanna, davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale, anche per Volpe ( 3 anni e 6 mesi) e per la mogie di Salvato, Concetta Visalli ( 4 anni). I primi due sono accusati di bancarotta fraudolenta, la seconda di riciclaggio.

Gli arresti di Salvato e Volpe, ad opera della Guardia di Finanza, scattarono nell’ambito dell’operazione “Ponzi”, del 2011. Per le Fiamme Gialle, Salvato, già arrestato nel 2008 e condannato definitivamente, perseguiva nella illecita attività di transazioni e investimenti finanziari in rete. A detta dell’accusa contattava ‘clienti’ che gli consegnavano i loro risparmi in cambio di un ‘ritorno’  del 2% mensile sulla somma affidata. Gli faceva da prestanome il suo autista, Stefano Volpe.

I finanzieri sequestrarono ai due indagati libretti, depositi, conti correnti, azioni e un dipinto ad olio su rame del XVI secolo denominato “San Giovanni Battista”, attribuito alla scuola Leonardesca, del valore di quasi 2 milioni di euro. A detta degli investigatori, il quadro era stato dato a garanzia del milione di euro ottenuto, perchè lo investisse, da un libero professionista messinese.
Quel milione sparì per una errata operazione del falso trader finanziario.

Dalle indagini venne fuori la straordinaria capacità di Salvato nel convincere i clienti ad affidargli i risparmi per farli fruttare. Clienti che in lui riponevano tanta fiducia da consentirgli di operare sui loro conti correnti on line, rivelandogli addirittura la password per accedervi. I casi di accertata consegna risparmi e conseguente sparizione degli stessi furono circa venti. Venti risparmiatori che gli avrebbero affidato somme variabili dai 5000 euro al milione.

Salvato, inoltre, possedeva un patrimonio ingente di pezzi di antiquariato. Si parlò di un cassettone il cui valore fu stimato in 500mila euro.

Oggi, per lui, la moglie e il complice prestanome sono arrivate le richieste di condanna. Sempre oggi le arringhe dei difensori, avvocati Salvatore Stroscio, Antonio Paratore e Sandro Billè. La parte civile è stata rappresentata dall’avvocato Antonello Scordo. Prossima udienza il 14 marzo.

Patrizia Vita

(1936)

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