L’inchiesta giudiziaria che vede al centro Cateno De Luca risale al 2010 e riguarda gli interventi a tutela del torrente di Fiumedinisi ed il contratto di Quartiere II. Due proprietari di terreni che erano destinati all’espropriazione, infatti, denunciarono l’allora Sindaco di Fiumedinisi, sostenendo di aver ricevuto pressioni da De Luca in merito alle procedure seguite. Da qui l’arresto, avvenuto durante una seduta del consiglio comunale, il 27 giugno del 2011, con le accuse di abuso d’ufficio e tentata concussione.
Ma De Luca, oggi sindaco di S. Teresa Riva, non ci sta: “Dopo oltre cinque anni di calvario giudiziario- afferma- ci siamo stancati. abbiamo presentato una denuncia alla Procura di Reggio Calabria nei confronti di 31 persone per calunnia, falsa testimonianza, tentata estorsione, abuso di potere, falso, omissione ed occultamento di prove in atti giudiziari”.
Alla conferenza stampa in cui ha illustrato l’ultima mossa intrapresa nella vicenda giudiziaria, che dovrebbe concludersi il 7 febbraio 2017, accanto a lui i suoi legali, l’avvocato Tommaso Micalizzi e il Professor Carlo Taormina che hanno esaminato la questione dal punto di vista prettamente giuridico.
Di seguito il comunicato stampa:
“ Solitamente, ha affermato il Prof. Taormina, quando a parlare è solo l’imputato le sue ragioni non vengono prese davvero in considerazione ma se a farlo ci sono invece i suoi legali e allora è tutta un’altra storia.”
E la storia raccontata da De Luca ed i suoi legali riguarda un ulteriore denuncia presentata alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti di 31 persone per i reati di: calunnia, falsa testimonianza, tentata estorsione, abuso di potere, falso, omissione ed occultamento di prove in atti giudiziari.
“ Si Tratta, ha spiegato De Luca, di tutti i calunniatori di De Luca, dei loro fiancheggiatori e degli organi inquirenti del tribunale di Messina titolari del procedimento penale 4700/2009. Ovviamente, ha proseguito De Luca, si procederà anche per le vie gerarchiche chiedendo al Ministero di Giustizia l’invio di appositi ispettori per accertare l’esistenza del verminaio denunziato e che riguarda per fortuna una minima parte del tribunale di Messina. La confraternita bicefala, ha aggiunto, che ha calunniato De Luca facendolo arrestare e’ stata ben individuata e denunziata mentre gli organi inquirenti che hanno acconsentito che si generasse questo calvario giudiziario devono ora fare un passo indietro e spiegare il perché si sono macchiati di quei reati più volte denunziati da De Luca. Noi, ha concluso De Luca, dopo oltre cinque anni di calvario giudiziario ci siamo stancati! Tutti i capi di imputazione che riguardano il processo a De Luca sono stati fatti prescrivere con i tempi dettati dal Tribunale di Messina tranne uno che è quello utilizzato dai Pubblici Ministeri per il salva condotto ad uno dei coimputati: ma De Luca non è interessato alla prescrizione vuole GIUSTIZIA!”
L’iter di questa ingarbugliata vicenda giudiziaria è stata ripercorsa dall’avv. Tommaso Micalizzi che ha affermato: “ Non temiamo la sentenza. La rispetteremo e siamo pronti ad appellarci.”
Al Prof. Carlo Taormina il compito invece di analizzare l’aspetto giuridico e mettere in luce le tante ombre che caratterizzano tutta la vicenda.
“ Il quadro, ha affermato Taormina, non è affatto rassicurante. Siamo rimasti sorpresi da quanto accaduto il 7 dicembre scorso quando avrebbe dovuto esserci la discussione conclusiva. Una giornata, evidenzia Taormina , che ricorderò a vita. Un subbuglio che ha confermato i nostri dubbi e le nostre preoccupazioni.”
Infine l’appello alla stampa affinché “ possa aiutarci a fare chiarezza su questo processo. Non vogliamo favori, ne favoritismi ma chiarezza su questo processo che sta andando in una direzione rispetto alla quale parlare di obiettività diventa davvero molto difficile.”
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