Storie di ordinaria anarchia. Tra qualche settimana fatti del genere non costituiranno più notizia visto che a Messina il codice della strada è ormai considerato entità oscura e indecifrabile. E a rimetterci sono sempre i cittadini rispettosi (mosche bianche) e chi è impegnato a svolgere il proprio mestiere. Questo accade quando il solito incivile decide di parcheggiare la propria auto “alla messinese” impedendo il transito a due bus Atm.
E’ successo ieri sera a Provinciale. Alle 22.15 l’autobus diretto a Giampilieri è rimasto bloccato da un auto parcheggiata in divieto di sosta a ridosso del cordolo che delimita la linea tranviaria. Dopo alcuni colpi di clacson (d’intensità moderata vista l’ora), all’autista non è rimasto altro da fare che chiamare la Polizia Municipale. Nel frattempo dietro al mezzo si è creata la fila. Qualcuno è riuscito ad invertire la marcia, proseguendo per vie alternative, altri hanno pazientemente atteso l’evolversi della situazione, altri ancora, per non essere da meno in termini di inciviltà, hanno direttamente usufruito della corsia riservata al tram. La situazione si è fatta ancora più insopportabile quando è sopraggiunto un altro autobus, anch’esso diretto a Giampilieri. Chissà quanta gente residente nel villaggio collinare è stata costretta a mangiare freddo, perdendosi l’inizio del film che attendeva dalla mattina.
All’arrivo dei Vigili Urbani l’amara scoperta: a Messina il servizio carro attrezzi è attivo fino alle 19. Gli agenti possono solo elevare il verbale, nulla più. Trascorrono altri dieci minuti, i vigili deviano il traffico, sul posto si radunano i soliti curiosi. Ma l’auto rimane ancora lì e i presenti possono solo sperare che il proprietario non sia beatamente sotto alle coperte.
Dopo mezz’ora, la classica scena: il colpevole si dirige a passo svelto e con lo sguardo basso verso la vettura, avvia il motore e libera finalmente la strada. La viabilità si normalizza e gli uomini della Municipale contestano l’infrazione all’incivile del giorno che magari avrà tentato di difendersi adducendo motivazioni improbabili, ai limiti dello squallore.
Quando i bus non rispettano gli orari, evidentemente non è sempre colpa dell’Atm.
Andrea Castorina
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