Nel 1999 nasce Axum, un filo invisibile che da Messina si estende fino all’Etiopia e che da quasi 20 anni rappresenta un patto d’amicizia tra i due luoghi. Nel corso degli anni, l’associazione no-profit si è avvalsa del sostegno della Marina Militare, il Ministero degli Esteri, gli ospedali locali, numerose ONG, l’Università degli Studi di Messina e molti cittadini, espandendosi sempre di più, fino a diventare una fitta rete di solidarietà.
«Sono nato in Etiopia – racconta il Presidente di Axum, Roberto Brunetto – io e mio fratello abbiamo avuto la fortuna di trasferirci in Italia, cambiando per sempre il nostro destino. Una volta qua, abbiamo capito che toccava a noi aiutare chi era rimasto in Africa e non aveva la stessa possibilità di cambiare il proprio futuro».
Nonostante l’Etiopia abbia vissuto innumerevoli cambiamenti, diventando protagonista dello sviluppo economico nel Corno d’Africa, le scarse condizioni sanitarie, i conflitti e la mancanza d’acqua potabile continuano a tormentare il suo popolo.
Axum cerca di operare a 360° gradi, dando aiuto e creando opportunità. L’adozione a distanza, la costruzione di scuole professionali, la realizzazione di un plesso scolastico grazie ad una generosa donazione dell’ARS, la costruzione di aule nelle scuole e le costanti consegne di materiale ospedaliero e farmaci, sono solo alcune delle tante attività portate avanti dall’associazione.
Le scarse condizioni sanitarie hanno portato alla luce la necessità di aiutare il popolo Etiope, Axum ha quindi deciso di costruire una nuova struttura in cui poter operare: «L’ospedale in cui ero chiamato ad intervenire – racconta il dott. Tindaro Ceraolo, anestesista dell’Ospedale di Papardo – aveva una sola sala operatoria, in una struttura di fango e canne, con il pavimento in terra battuta. La biancheria, il personale sanitario formato in maniera adeguata e la sterilizzazione, erano inesistenti. Abbiamo deciso allora di costruire un complesso sanitario».
Secondo l’associazione in Etiopia esiste una forte cultura dell’assistenzialismo: «Ci sono padiglioni ospedalieri regalati dalla Germania e dagli USA tutte a livello europeo, ma sono state abbandonate al primo guasto perché non si possedevano le conoscenze per effettuare la manutenzione».
A differenza da questo tipico assistenzialismo, il progetto di Axum mira non solo alla costruzione della struttura, ma anche alla formazione dello staff medico, dei tecnici e, infine, la partecipazione attiva del Governo Etiope.
La struttura sanitaria è quasi completata e ora, grazie al sostegno dell’Università degli Studi di Messina, si procederà alla formazione del personale: «Il Vice-presidente di Axum è il Professore Mario Bolognari – spiega il presidente dell’associazione – nonché ex direttore del Dipartimento della Facoltà di Civiltà Antiche e Moderne e l’attuale Sindaco di Taormina. Con l’Università abbiamo avviato una collaborazione: medici e infermieri etiopi verranno a Messina per assistere a degli stage preparatori e una volta avviata la struttura in Etiopia, saranno i medici siciliani a partire per affiancare i lavoro dell’ospedale».
Con costanza, determinazione e passione continua il lavoro di Axum per aiutare la gente etiope in ogni modo possibile. Da tempo esiste una richiesta di gemellaggio voluta dalla città di Shashamane con Messina, ossia una collaborazione relativa alla condivisione in merito alla gestione della città. Adesso, Axum vuole riproporre l’iniziativa all’Amministrazione De Luca, ma ha già ricevuto una mail dal Consiglio dei Ministri in cui si mostrano interessati.
Nel frattempo i rapporti tra l’Italia e l’Etiopia continuano a stringersi: lo scorso 11 ottobre 2018 il premier Conte ha fatto visita alla capitale Addis Abeba. Conte è il primo capo di Governo occidentale a mettere piede in questa zona del Corno d’Africa, dopo la pace siglata fra Etiopia ed Eritrea.
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