L’Università di Messina (UniMe) continua a collezionare successi: la dottoressa Natasha Irrera si è guadagnata una borsa di studio di 130.00 euro per una ricerca che intreccia farmacologia e dermatologia e che le ha permesso di conquistare l’ottavo posto su 79 progetti presentati e 38 finanziati nella classifica nazionale dedicata ai giovani ricercatori (Starting Grant per giovani under 33).
Nello specifico, la ricerca della dottoressa Irrera nasce da una collaborazione tra il gruppo di ricerca di Farmacologia del Prof. Francesco Squadrito, al quale afferisce, ed il gruppo di ricerca di Dermatologia con i Proff. Serafinella P. Cannavò, Mario Vaccaro e Claudio Guarneri e riguarda la cura della psoriasi.
Si tratta, ha specificato l’Ateneo, di un risultato importante, che colloca UniMe in una posizione di primo piano nello scenario nazionale e regionale. Risultano essere soltanto due, infatti, gli Starting Grant finanziati in Sicilia.
Ma in cosa consiste la ricerca premiata? «La psoriasi – hanno chiarito dall’Università – nonostante i notevoli passi in avanti compiuti con l’introduzione in terapia dei farmaci “biologici”, è ancora una malattia difficile da gestire in ambito sanitario a causa dell’elevato costo dei farmaci, della scarsa aderenza alle terapie, delle patologie associate, e delle importanti ripercussioni di natura psicologica e sociale».
Il nome del progetto, nello specifico è “The adenosine receptor agonist PDRN as a possible anti-psoriatic agent SG-2018-12367646” ed è stato così spiegato, brevemente, dall’Università di Messina: «L’ipotesi sperimentale è che l’attivazione dei recettori adenosinici A2A possa avere la capacità di modulare l’esagerata risposta immuno-infiammatoria, che caratterizza la malattia, sfruttando un meccanismo di trasduzione del segnale intracellulare, Wnt-beta catenina, che è presente sia nelle cellule immunitarie che nei cheratinociti».
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