Ancora un ultimo passaggio e il riconoscimento degli svantaggi dell’insularità per Sicilia e Sardegna sarà sancito dalla Costituzione. Nelle scorse ore, infatti, il Senato ha approvato all’unanimità il relativo disegno di legge costituzionale e adesso il testo ripassa alla Camera dei Deputati per la votazione finale. Soddisfatto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci: «Con il riconoscimento dell’insularità si verrà a eliminare un’ingiustizia che dura da quasi ottant’anni».
Di cosa stiamo parlando? A ottobre 2020, la Regione aveva pubblicato uno studio in cui evidenziava i costi che i cittadini siciliani si ritrovano a pagare per il solo fatto di vivere su un’isola. Si tratta di una “tassa occulta” annuale di 1.308 euro a persona, tra i 6 e i 6,5 miliardi di euro, derivante, appunto, dall’insularità. Nel novembre 2021 è quindi approdato al Senato un disegno di legge finalizzato a riconoscere questo svantaggio sia alla Sicilia che alla Sardegna all’interno della Costituzione. La proposta, che riconosce all’articolo 119 il “grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità”, è stata approvata con 223 voti favorevoli. Il disegno di legge ha poi ottenuto l’unanimità il 30 marzo 2022 alla Camera dei Deputati. Trattandosi di un ddl che modifica la Costituzione, il testo necessita di una doppia lettura alle due Camere. Nelle scorse ore è approdato al Senato, dove ha ottenuto – anche qui – l’unanimità. Ora manca l’ultima votazione a Montecitorio, dopodiché il “gioco” sarà fatto.
Ma cosa vuol dire, a livello pratico, riconoscere in Costituzione che la Sicilia e la Sardegna subiscono degli svantaggi a causa del semplice fatto che sono delle Isole? In parole povere, il ddl, una volta approvato, porterà al pieno riconoscimento del principio dell’eguaglianza sostanziale per siciliani e sardi, quindi all’obbligo costituzionale di improntare iniziative che riducano gli svantaggi – economici, in termini di continuità territoriale, e così via – dei cittadini che abitano le due regioni.
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