Il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS) è un piano strategico che si basa sugli strumenti di pianificazione esistenti e tiene in considerazione i principi di integrazione, partecipazione e valutazione per soddisfare, nel presente e nel futuro, le necessità di mobilità delle persone e delle merci con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle città, in questo caso a Messina, e nei loro dintorni.
Dopo il forum, dello scorso marzo, rivolto alla cittadinanza, alcune associazioni di Messina mettono sul tavolo del Comune le loro otto proposte. Si tratta di: Bike Therapy, FIAB Messina, Italia Nostra Messina, Legambiente Messina, Mediterranea Trekking, MTB Sicily, Team NIBALI, Uisp Comitato di Messina Aps, e WWF Sicilia Nord Orientale.
Il problema è culturale – le proposte per il PUMS 2030 Messina
Inizia così il documento presentato all’amministrazione comunale di Messina e firmato dalle associazioni che hanno partecipato al forum sulla mobilità sostenibile. «Il ritardo – si legge nel documento – accumulato negli anni a Messina nel disegno della città e nelle politiche della mobilità urbana (pubblica e privata) è la causa primaria dell’attuale “immobilità della mobilità”, con pesanti ricadute sulla congestione del traffico e conseguentemente sulla qualità della vita in termini ambientali (emissioni CO2, rumori) e della sicurezza delle persone.
A nostro avviso – continua il documento congiunto – l’elaborazione dell’attuale Piano Urbano della Mobilità Sostenibile non può prescindere dal capire quale sia la visione futura della città in termini di pianificazione urbanistica e programmazione del suo sviluppo socio economico.
Le strategie sulle quali elaborare oggi il PUMS devono essere in rapporto diretto con la pianificazione urbanistica, ovvero con l’insieme di interventi che determinano lo sviluppo sociale ed economico della città, sempre in coerenza con un corretto utilizzo del territorio e nel rispetto delle problematiche ambientali».
Un modello di mobilità moderno e lungimirante
Secondo le associazioni cittadini, è necessario elaborare un modello di mobilità moderno e lungimirante, che segue lo schema del nuovo Piano Regolatore (PRG) che si fonda su:
- sviluppo della città senza la mega infrastruttura Ponte,
- decrescita demografica,
- consumo di suolo zero.
«Queste condizioni – scrivono ancora le associazioni – sono in antitesi con il PRG vigente, variante di un piano vecchio, che prevede ancora una forte cementificazione delle aree collinari, anche in zone con alta propensione al dissesto franoso, partendo dal presupposto (completamente infondato) di una città in forte espansione demografica con un numero di abitanti pari a 500 mila.
Nell’ambito di tali presupposti, in particolare lo schema di massima del nuovo PRG mostra attenzione al “Sistema delle infrastrutture della mobilità” con tre progetti guida che tengono conto delle caratteristiche orografiche e paesaggistiche, esaltandole, e della riqualificazione di un tratto di ferrovia dismessa.
Questi progetti consistono in:
- PG1) Il grande parco metropolitano dei Peloritani e il pettine delle fiumare
- PG2) La sequenza dei paesaggi costieri e delle eccellenze sui due mari
- PG3) La ferrovia dismessa come greenway della rigenerazione urbana
Essi prevedono sistemi di mobilità dolce per meglio godere della bellezza dei luoghi, integrati al trasporto pubblico, come nel caso del PG3».
La cultura della mobilità alternativa
La mobilità per queste associazioni è un vero e proprio progetto culturale, «che operi – aggiungono – all’integrazione delle politiche, tradizionalmente separate, della mobilità con quelle sociali, del lavoro, della casa, dell’ambiente e della sicurezza urbana. Questo modello di città diffusa e caotica (sprawling urbano), costruita senza alcune “razionalità” e senza una direttiva policentrica, ha trasformato Messina in una città auto-centrica, determinando nodi alla rete urbana irrisolvibili se non con azioni drastiche.
Il risultato è stato traffico caotico, uso sovradimensionato dell’autovettura e dello spazio dedicato ai parcheggi, inquinamento atmosferico e acustico, elevato numero di incidenti, aumento dei tempi di percorrenza sui tragitti standard (casa-lavoro, casa-scuola), congestione e paralisi temporanea delle vie più trafficate della città».
Le azioni per una mobilità più sostenibile
Sono 8 le proposte redatte dalle associazioni per il PUMS 2030 Messina:
- Partecipazione, coinvolgimento della cittadinanza
- Trasporto pubblico e intermodalità, potenziamento dei servizi pubblici, potenziamento dei parcheggi di interscambio, sviluppo dei servizi di bike sharing
- Nuove vie ciclabili
- Nuove vie pedonali
- Percorsi casa-scuola/lavoro
- Comunicazione e sicurezza, puntare sui sistemi educativi e rafforzare la segnaletica
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