Si avvicina la “Giornata della Memoria” e, per l’occasione, la Cisl insieme al Rotary organizza un’iniziativa per non dimenticare e celebrare l’importante ricorrenza. L’appuntamento è per martedì 27 gennaio, alle 21.00, all’Auditorium “Figlie del Divino Zelo”. Il programma prevede letture e vari interventi e riflessioni. La partecipazione è gratuita.
«Il 27 gennaio – ricorda la Cisl in una nota –, 70 anni fa furono abbattuti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz. Il “Giorno della Memoria” si celebrerà, quest’anno, per la 15ª volta: istituito con la legge del 20 luglio 2000 al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».
«È convinzione comune che il 27 gennaio 1945 – si legge nella brochure dell’incontro –, quando l’Armata rossa entrò nel campo di Auschwitz e liberò coloro che vi erano rinchiusi, i Governi delle Nazioni vincitrici abbiano improvvisamente scoperto un orrore del quale erano all’oscuro. Non è vero. Jan Karski è l’uomo che nel 1943 descrisse ai governi di Londra e Washington lo sterminio degli ebrei in corso in Polonia. Senza essere creduto. Inviato dalla resistenza polacca, Jan Karski – nato a Lodz, da genitori cattolici, il 24 aprile 1914 – porta un messaggio che gli Alleati ascoltano ma che rifiutano di prendere in considerazione».
«Gli Alleati – prosegue – sapevano e non hanno fatto niente per impedire lo sterminio. Prima di fuggire, nell’autunno del 1942, due rappresentanti della resistenza ebrea lo avevano fatto entrare per due volte nel ghetto di Varsavia. Poi riusciranno a introdurlo in un lager. Nel ghetto ha visto cadaveri nudi per le strade, bambini denutriti, uomini e donne alla disperata ricerca di cibo, assiste anche alla bravata di due SS che per sport sparano uccidendo un uomo alla finestra. Una volta nel lager si trova di fronte a una scena infernale: centinaia di ebrei vengono ammassati nei vagoni di un treno, sul cui pavimento è stata messa della calce viva. Il treno parte e quando arriverà a destinazione scaricherà un mucchio di morti. Politici di diverse nazioni, giornalisti e persino degli Ebrei americani non gli daranno ascolto. Karski si trasforma da messaggero inascoltato in testimone di uno scandalo, quello degli Alleati che, fingendo di non sapere, lasciano ai nazisti il tempo di proseguire l’ eliminazione degli ebrei. Nessuno è innocente, non c’ è stato un partito del bene che lottava contro il male. I cosiddetti “buoni” hanno lasciato che si compisse il più grande abominio della storia dell’ umanità. Karski è morto nel 2000, pieno di rabbia contro chi non fece niente e disperato per non esser riuscito a convincere gli Alleati a intervenire».
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