25 anni fa veniva ucciso dalla mafia Beppe Alfano, giornalista di Barcellona Pozzo di Gotto, la cui attività era stata rivolta soprattutto a politici, mafiosi latitanti, politici e amministratori locali.
A causarne la morte l’otto gennaio del 1993 tre proiettili calibro 22 mentre che lo hanno colpito mentre era fermo alla guida della sua Renault 9 amaranto in via Marconi.
Il Presidente della Regione Nello Musumeci, il giorno dell’anniversario della sua morte, ha voluto ricordarlo: «L’8 gennaio di 25 anni fa la mafia uccideva il giornalista Beppe Alfano, al quale mi legava una sincera amicizia e una comune militanza politica. Egli fa parte di quella schiera, purtroppo lunga, di giornalisti siciliani uccisi solo perché facevano il loro lavoro, informare senza veli e senza piegarsi a pressioni e condizionamenti».
«Nelle sue cronache sulle tv locali e sul quotidiano del quale era corrispondente, Alfano – continua il Presidente – era una ‘penna scomoda’ e nell’ultimo periodo si era occupato della latitanza, nell’hinterland barcellonese, del boss Nitto Santapaola e di traffici di armi e droga. La giornata di oggi è importante per sensibilizzare l’opinione pubblica ed evitare che Beppe sia considerato un morto di serie B, ucciso dal piombo e seppellito dalla memoria. La libertà di stampa – conclude Musumeci – va difesa, ogni giorno, da tutti i cittadini che hanno il diritto di avere un’informazione libera e democratica».
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