Presentato nei giorni scorsi il terzo rapporto “MobilitAria 2020”, studio condotto da Kyoto Club e dal CNR-IIA (Istituto sull’inquinamento atmosferico): il report indaga le politiche di mobilità e la qualità dell’aria nelle 14 principali città e aree metropolitane italiane – tra cui Messina – nel biennio 2018-2019.
Per questo terzo anno, è stata aggiunta una valutazione sul Piano Urbano Mobilità Sostenibile, sullo stato della logistica delle merci e un approfondimento sui primi mesi del 2020 in pieno lockdown, che ha inciso sul crollo della mobilità e un miglioramento della qualità dell’aria.
Le 14 città e aree metropolitane prese in considerazione sono: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia.
Quello che è successo nei primi mesi di chisura
Il rapporto di MobilitAria 2020 analizza le 14 grandi città italiane sulla qualità dell’aria e altre componenti di rilievo per la sostenibilità. In un quadro generale, rispetto alla qualità dell’aria gli andamenti ante lockdown registrano dei miglioramenti ma registrano anche la loro lentezza e in troppi casi la loro insufficienza ai fini di garantire il rispetto dei valori di legge.
Il Rapporto ha analizzato anche la qualità dell’aria in alcune città durante il periodo di confinamento a casa, dimostrando che il miglioramento della qualità dell’aria è stato netto e misurabile.
Nella “normalità” – si legge nel report – l’inquinamento dell’aria resta una delle grandi cause di mortalità e di malessere urbano. Cosa che dovrebbe da subito mettere in guardia contro le ipotesi di ripresa della centralità dell’auto privata nella mobilità urbana come mezzo sicuro da punto di vista sanitario: non ce la possiamo permettere.
Nel pieno della crisi sanitaria la mobilità, come è ovvio, è cambiata radicalmente. Molto meno ovvia la situazione che emerge dagli interessanti dati delle rilevazioni effettuate nei primi tempi del confinamento. Dove il tasso di mobilità diminuisce solo del 35%, ma i km percorsi diminuiscono del 90%. Dunque una “strategia” individuale fatta di disponibilità a muoversi senza rischio di contagio, per lo più a piedi o in bicicletta, e a risolvere “vicino” le necessità della vita quotidiana.
MobilitAria 2020: a Messina l’aria è buona ma ci sono ancora troppe macchine
Nel 2016, a Messina è stato avviato l’aggiornamento del Piano Generale del Traffico Urbano e a marzo 2019 ha preso il via il percorso partecipato per rendere la città più sostenibile. Anche quest’anno Messina presenta una alta densità di traffico urbano con circa 550mila veicoli ogni giorno che devono diminuire per ridurre inquinamento e congestione e per migliorare sicurezza e spazi di sosta.
L’obiettivo è quindi ridurre il traffico in centro città e promuovere l’interscambio modale con i parcheggi e potenziando in alternativa il Trasporto Pubblico, le aree pedonali, la ZTL e le Zone 30, riorganizzando anche gli spazi di sosta dei veicoli.
Tra gli obiettivi principali:
- miglioramento circolazione e sicurezza stradale con particolare riguardo per disabili, pedoni e ciclisti
- risparmio energetico e riduzione inquinamento
- incremento aree pedonali, zone a traffico limitato e a velocità ridotta
- miglioramento del trasporto pubblico collettivo urbano per incentivarne l’uso e ridurre l’uso dei veicoli privati,
- miglioramento complessivo della sicurezza stradale, sia veicolare che pedonale.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria in città ci sono 2 stazioni di rilevamento che monitorano i parametri considerati nello studio: Boccetta e Villa Dante. La prima misura sia il diossido di azoto (NO2) sia le polveri sottili (PM10), la seconda solo le concentrazioni di disossito di azoto. Nel periodo preso in analisi da MobilitAria 2020 non si osservano particolari variazioni delle concentrazioni di entrambi gli inquinanti.
MobilitAria 2020 – le proposte al tempo del Covid-19
- Risparmiare traffico e spostamenti con lo smart working ed i servizi di prossimità. Promuovere il commercio, i servizi ai cittadini online e gli spostamenti di prossimità, riducendo quindi la lunghezza dei viaggi.
- Piano degli orari della città. Vanno ampliati e differenziati gli orari di ingresso nel lavoro, nelle scuole, nei servizi pubblici e privati, nei servizi commerciali, nel tempo libero e la fruizione della cultura, parchi e giardini, per ridurre le ore di punta e utilizzare al meglio gli spazi ed i servizi disponibili, in particolare della sharing mobility e del trasporto collettivo.
- Allargare la Sharing Mobility e i servizi MaaS. Bike sharing, scooter sharing e micromobilità elettrica per spostarsi in autonomia e distanziati.
- Avanti tutta con la bicicletta e la pedonalità. Marciapiedi e spazi pedonali dovranno essere allargati per garantire l’incremento dei pedoni, per garantire l’allargamento di spazi per attività all’aperto (bar, ristoranti, eventi, spazio per il gioco, librerie, cinema) con il giusto distanziamento, e rendendo la città accessibile.
- Sostenere il trasporto pubblico, anche non di linea. Andranno messi in sicurezza nell’immediato i conti delle aziende per evitare fallimenti e la perdita dei posti di lavoro, poi si dovrà investire nell’adeguamento del servizio per la fase due e tre.
- Potenziare i Mobility Manager
- Predisposizione di servizi di logistica urbana sostenibile delle merci efficienti a basso impatto e con veicoli elettrici, d’intesa con gli operatori.
- Elettrificazione dei veicoli e dei servizi. L’allarme clima e l’inquinamento dell’aria restano proble-mi essenziali da risolvere. Puntare sulla elettrificazione è necessario, per la sharing mobility, la bicicletta, il trasporto collettivo, per i motoveicoli e per l’auto privata.
- Non cancelliamo ZTL e Low Emission Zone. Diverse città hanno sospeso anche per la fase due ZTL e LEZ, alcune a termine altre rinviate a data da destinarsi. Si tratta una strategia insostenibile proprio perché l’auto privata tenderà a crescere, per evitare l’aumento dell’inquinamento dell’aria, delle emissioni di C02 e della congestione da traffico. Per le stesse ragioni le regole di pagamento della sosta devono essere ripristinate.
(358)
Considerando che la giunta di Cateno De Luca ha quasi ammazzato il trasporto pubblico, di cosa stupirsi? Ormai chi prende il tram è considerato uno sfigato
Basterebbe multare e rimuovere tutte le auto posteggiate sui marciapiedi, che a Messina si chiamano Marciaruota!