patto d'integrità tra parliament watch e unime, messina

Lotta alla corruzione negli appalti: siglato Patto d’integrità tra Parliament Watch e UniMe

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Garantire la trasparenza degli appalti pubblici di UniMe attraverso un monitoraggio preciso e attento. È questo l’obiettivo del Patto d’integrità siglato tra Parliament Watch Italia e l’Università degli Studi di Messina stamattina. Attraverso questo strumento si crea un patto di fiducia tra l’ente di monitoraggio (PWI) e l’amministrazione appaltante (l’Ateneo).

Il Patto, nato dall’impegno assunto da Unime in occasione del laboratorio di monitoraggio civico “Libellula” tenutosi a marzo 2019, è stato sottoscritto stamattina presso l’aula Cannizzaro del Rettorato dal Prorettore vicario, il prof. Giovanni Moschella e dal dott. Francesco Saija di Parliament Watch Italia. Una terza firma sarà poi apposta dal vincitore dell’appalto.

Ma cos’è, in sostanza, un Patto d’integrità? È uno strumento creato negli anni ’90 da Transparency International che si pone a fianco delle amministrazioni con l’obiettivo di contrastare la corruzione nel settore degli approvvigionamenti pubblici di beni e servizi. In sostanza, è un documento che l’Istituzione o l’Ente locale richiede ai partecipanti alle gare d’appalto e prevede un controllo incrociato e sanzioni nel caso in cui qualcuno dei partecipanti cerchi di eluderlo.

patto d'integrità tra parliament watch e unime, messinaA commentare il risultato raggiunto questa mattina sono stati il prof. Moschella per Unime e il dott. Saja per Parliament Watch: «L’Università di Messina – ha commentato il prof. Moschella – ha accolto volentieri questa richiesta di adesione al Patto d’Integrità che si collega alle attività del laboratorio di monitoraggio civico Libellula, ma soprattuto testimonia l’attenzione rivolta dalla governance d’Ateneo ai temi della legalità e delle buone prassi amministrative. Abbiamo già un’idea, che non è possibile formalizzare adesso, per l’applicazione del Patto d’Integrità ad un appalto. Quello che è certo è che si tratterà di un appalto  legato ad un’opera di rilevanza esterna e non interna che possa riguardare il territorio. Nell’arco dei prossimi tre mesi potranno esserci novità».

«Nell’ambito del Patto – ha proseguito, rimanendo sulla stessa lunghezza d’onda, il dott. Saija – l’Università peloritana si impegna a rendere disponibili tutte le informazioni relative al processo di spesa pubblica che sarà individuato per il monitoraggio dell’appalto. Parliament Watch Italia avrà il compito della verifica di queste informazioni, grazie alla collaborazione di esperti che prestano pro-bono le proprie competenze all’interno del Laboratorio “Libellula” e si occuperà di tenere al corrente i partecipanti al laboratorio e la cittadinanza».

«L’invito a tutti i portatori d’interesse – ha concluso Saja –, dal singolo cittadino agli studenti, sino al mondo della ricerca e delle professioni è quello di  iscriversi e partecipare al laboratorio di monitoraggio della spesa pubblica. Il prossimo incontro, previsto a gennaio, sarà dedicato a strumenti e metodi di monitoraggio. In quell’occasione verranno presentati i primi tre esperti di alto profilo che avranno, poi, il compito di effettuare le prime verifiche sulla base degli indicatori contenuti all’interno del Patto d’Integrità. Si tratterà di un monitoraggio suddiviso in cinque fasi, per un massimo di 54 indicatori verificabili».

Il Patto d’Integrità è stato sperimentato dalla Commissione Europea con il programma pilota “Integrity Pacts: civil control mechanism for safeguarding Eu Funds”. Oggi per la prima volta in Italia, una Pubblica Amministrazione replica in maniera indipendente questo modello, attualmente in fase di sperimentazione con 17 progetti in 11 stati membri.

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