È il messinese Marco Longobardo il primo italiano a ricevere il prestigioso “Premio Reuter” che ogni tre anni il Comitato Internazionale della Croce Rossa consegna a coloro che «con i loro studi hanno inteso far progredire lo stato del diritto internazionale umanitario».
Marco Longobardo, infatti, laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Messina; e attuale Senior Lecture presso la School of Law dell’Università di Westmister, ha pubblicato nel 2018 “The Use of Force in Occupied Territory” (edito da Cambridge University Press), studio per cui lo scorso 15 febbraio è stato premiato.
Il volume di Longobardo esplora il quadro del diritto internazionale che regola l’uso della forza armata nei territori occupati attraverso un’analisi rigorosa dell’interazione tra jus ad bellum; diritto internazionale umanitario e diritto internazionale dei diritti umani. Questo libro offre il primo studio completo su questo argomento e sarà rilevante per: studiosi, professionisti, consulenti legali e studenti; nonché negli studi sulla pace e sui conflitti, nelle relazioni internazionali e nelle scienze politiche. Del lavoro di Marco Longobardo hanno scritto: «Questo libro è un traguardo e sarà sicuramente un riferimento per gli anni a venire». A questo link la premiazione.
Il premio Reuter
Il Fondo Paul Reuter è stato creato nel 1983 grazie a una donazione fatta al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) dal compianto Paul Reuter, Professore Onorario all’Università di Parigi e membro dell’Institut de droit international. Lo scopo del Fondo è duplice: contribuire finanziariamente a un’impresa nel campo del diritto internazionale umanitario (ad es. la pubblicazione di un libro) e finanziare il Premio Paul Reuter.
Il Premio è stato finora assegnato undici volte ai seguenti autori: Dr. Mohammed El Kouhène (1985), Dr. Heather A. Wilson (1988), Dr. Edward K. Kwakwa e Mr. Alejandro Valencia Villa (1991), Prof. Eric David (1994), Prof. Geoffrey Best e Maggiore Generale APV Rogers (1997), Dr. Ilias Bantekas (2000), Prof. Ruth Abril Stoffels (2003), Dr. Marten Zwanenburg (2006), Dr. Théo Boutruche (2009), Prof. Sandesh Siwakumaran (2013) e Julia Griignon e Lawrence Hill-Cawthorne come co-laureati (2018).
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