«Potrebbe non sembrare un eroe che combatte il crimine, ma le sue misure sono applicate ormai in tutta Italia» così il Financial Times presenta Giuseppe Antoci al Regno Unito in un lungo articolo dal titolo “How the mafia got to our food”, come la mafia è arrivata al nostro cibo.
Oggi il principale giornale economico-finanziario del Regno Unito dedica, quindi, la prima pagina del magazine ad esso allegato al tema delle agromafie e all’ex presidente del Parco dei Nebrodi e Responsabile Nazionale Legalità del PD, segnalandolo come esempio positivo di contrasto alla malavita.
La figura di Antoci campeggia quindi tra le pagine del magazine, che lo descrive come un “semplice” cinquantenne «piccolo di statura, con gli occhiali senza montatura, direttore regionale di una banca entrato in politica nel 2013». Ma, nonostante le apparenze, di uomo qualunque, nella media, sottolinea Hannah Roberts, autrice dell’articolo: «Antoci non solo ha identificato lo schema mafioso, ma ha escogitato la soluzione. Nuove regole che obbligano a passare i controlli di polizia, applicati in modo retrospettivo, con numerose confische di terre».
La decennale crisi economica che ha investito l’Italia nell’ultimo decennio, infatti, ha favorito il raddoppiamento del business delle cosiddette agromafie: «La mafia – scrive il Financial Times – ha acquistato terreni agricoli, bestiame, mercati e ristoranti, riciclando i propri soldi attraverso quella che è una delle industrie leader del paese. Il valore del cosiddetto business delle agromafie è quasi raddoppiato, passando da 12,5 miliardi di euro nel 2011 a oltre 22 miliardi di euro nel 2018 (con una crescita media del 10% all’anno)».
Ma il modello elaborato da Antoci funziona ed è stato esteso pian piano a tutta Italia. E, come ha dichiarato lui stesso, “quando prendi soldi dalle sue tasche, è allora che la mafia reagisce”: nel maggio 2016 l’ex presidente del Parco dei Nebrodi è stato vittima di un attentato e, da allora, lui e la sua famiglia vivono sotto scorta, con tutto ciò che ne consegue. I responsabili non sono stati condannati e lo scorso settembre il caso è stato archiviato.
Nel 2016, ricorda infine Hannah Roberts, Giuseppe Antoci ha ricevuto il titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, l’onore più alto in Italia, per “la coraggiosa determinazione nella difesa della legge e contro il fenomeno della mafia”.
Pubblichiamo di seguito l’articolo del Financial Times reperito sulla pagina Facebook di Giuseppe Antoci e dedicato al suo lavoro e al problema delle agromafie:
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non comment . cerca visibilità. sperava di essere candidato. lo hanno preso in giro. forse non è credibile o forse è troppo scomodo? E’ rimasto deluso .