Messina, l’Etna e Acireale guidano la Sicilia e l’Italia nelle “nuove” coltivazioni di frutti tropicali come mango e avocado, ma anche zapote nero, sapodilla e litchi, che sono entrati di diritto nelle diete e nella produzione del Bel Paese. A segnalarlo, Coldiretti che evidenzia come i cambiamenti climatici stiano modificando le abitudini di consumo della Penisola, ma non solo.
Dallo studio di Coldiretti “I tropicali italiani”, presentato al Villaggio contadino al Castello Sforzesco di Milano, emerge come la forza di questa nuova faccia del Made in Italy provenga principalmente dai giovani che sempre più spesso decidono di rimboccarsi le maniche e recuperare terreni abbandonati (spesso proprio a causa dei cambiamenti climatici).
Ma non è solo la Sicilia il centro di origine di queste nuove coltivazioni; un po’ in tutta Italia i cambiamenti climatici stanno modificando il Made in Italy in generale. Altro esempio virtuoso, in questo senso, è la Calabria dove vengono coltivate, inoltre, melanzana thay, macadamia, annona e canna da zucchero.
Il mercato del tropicale italiano, inoltre, secondo un sondaggio prodotto da Coldiretti-Ixè, è destinato a crescere e ha ottime possibilità di affermarsi. Gli italiani, infatti, sembrerebbero più propensi ad acquistare cibi prodotti sul territorio nazionale piuttosto che esportati, anche grazie alla consapevolezza che il Bel Paese rientra tra le nazioni europee i cui cibi hanno meno residui chimici irregolari.
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