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Fiaccolata in ricordo di Omayama. Tanti i messinesi presenti

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Erano in tanti. Chi lo sapeva ed è uscito da casa apposta, chi non lo sapeva e si è aggregato per strada.

La fiaccolata, organizzata dal Comune per ricordare Omayma, l’interprete tunisina uccisa dal marito pochi giorni fa, ha raccolto tanti messinesi.

Erano tante, infatti, le fiaccole rosse che hanno sfilato da piazza Antonello, lungo tutto il corso Cavour, via Cannizzaro, via Cesare Battisti, e da qui via Garibaldi fino a giungere davanti a Palazzo Zanca.

La morte di Omayma ha toccato i messinesi.

La storia di questa donna, perfettamente integrata nel territorio, che lavorava al Tribunale dei Minori e collaborava con la Polizia per l’accoglienza dei migranti, che cresceva, in un paese che le piaceva, le sue quattro figlie, ha commosso tanti.

Oltre ai semplici cittadini, tanti, erano presenti i sindacati e le associazioni che assistono gli immigrati,  il console tunisino a Palermo, il sindaco, Renato Accorinti, gli assessori comunali alle pari opportunità e ai servizi sociali, Patrizia Panarello e Nina Santisi, diversi consiglieri comunali, esponenti di varie associazioni messinesi e i giovani ed educatori del centro Ahmed.

Una maniera per rendere omaggio, per ricordare, questa donna che tutti descrivono buona e allegra, questa mamma che delle sue figlie non smetteva mai di parlare, questa persona che nel territorio messinese era integrata e di cui era, ormai, parte integrante.

Il 4 settembre scorso, nella sua casa di Sperone, il marito, Dridi Faouzi, ha posto fine alla sua vita. Ha ucciso Omayama. Era furioso perché questa donna non intendeva piegarsi alla sua volontà, non voleva far ritornare le figlie in Tunisia.

Proprio quel giorno Omayama era tornata tardi dal lavoro, succedeva tutte le volte che c’era uno sbarco. E quel giorno più di 800 migranti stavano sbarcando al molo Marconi. E Omayama era lì, nella “sua” città a fare il “suo” lavoro: l’accoglienza.

Messina, ieri sera, l’ha ricordata.

 

 

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