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“L’Ospedale Piemonte – prosegue – ha un ruolo da sempre importante per la salute dei messinesi e un punto di riferimento anche per un’utenza vastissima della provincia, oltre a essere un presidio di sicurezza in caso di calamità”.
“Chiedo – continua l’ex ministro della Pubblica Amministrazione – una seduta straordinaria del Consiglio comunale, alla presenza dei vertici della sanità messinese; della deputazione nazionale e regionale della città; del sindaco e dell’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino. Le scelte di riorganizzazione dei presidi sanitari sono indispensabili per ridurre i costi e rendere più efficiente la sanità, ma devono essere trasparenti e partecipate attraverso una discussione pubblica” – conclude D’Alia.
Sul caso intervengono anche i parlamentari del Nuovo Centrodestra Vincenzo Garofalo e Bruno Mancuso che scrivono:
“In merito alla decisione di convertire l’ Ospedale Piemonte di Messina in polo materno infantile è necessario sottolineare che la razionalizzazione della rete deve essere fatta sulla base delle competenze e tenendo conto dei destinatari del servizio reso: i pazienti. Non è opportuno che decisioni così importanti vengano prese senza avere ascoltato chi conosce a fondo il territorio e le sue esigenze. Da parlamentari raccogliamo l’invito del collega D’Alia e ci uniamo a lui nel sollecitare un incontro con l’assessore alla sanità Lucia Borsellino affinché si arrivi alla decisione in merito ad una riorganizzazione dei presidi sanitari a seguito di scelte ponderate. Perché la sanità appartiene a tutti”. “Il Consiglio del III Quartiere – si legge in una nota – in merito al futuro dell’Ospedale Piemonte, intende chiarire che non accetterà di essere lasciato fuori dal dibattito, come sempre avviene, in quanto ha pieno titolo ha diritto a partecipare al tavolo con il Sindaco e poter esprimere la propria opinione in merito. La gloriosa struttura sanitaria ricadente nel territorio circoscrizionale, da svariati anni ormai è oggetto di un continuo ed inesorabile stillicidio che lo ha di fatto ridotto all’agonia e questo è il frutto di una politica sanitaria che ha voluto privilegiare altri “interessi”: il risultato è ormai di evidenza pubblica!”
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