Fasted Messina Onlus è l’associazione cittadina dei malati di talassemia e drepanocitosi. La Onlus denuncia una condizione medica complicata, a causa dell’emergenza covid-19. Chi soffre di queste malattie, infatti, deve ricorrere a regolari trasfusioni di sangue.
«La cura più importante – dice il Presidente della Onlus Tony Saccà – per tutti i malati di talassemia, resta quella delle trasfusioni. Qualcosa di non rinviabile o sostituibile, anzi, l’unica terapia necessaria per salvare le nostre vite». E se il talassemico è anche positivo al Covid-19? La cosa si fa più complicata.
I malati talassemici positivi al Covid 19
Nonostante non ci fossero stati casi di positivi al coronavirus, durante il periodo di quarantena, la Fasted Messina Onlus si era già attivata per segnalare, alle strutture ospedaliere di Messina, le eventuali criticità in caso di malati talassemici positivi al Covid 19.
«Questa particolare condizione, sin dal mese di marzo – continua Saccà – ha posto i malati di talassemia nell’attenzione massima per evitare il contagio da Covid-19. La nostra patologia, infatti, rientra tra quelle che mal si sposano con un’infezione come quella da coronavirus.
Sempre da marzo, poi, la nostra Associazione si è attivata per segnalare alle strutture ospedaliere del nostro territorio la criticità in caso di malati in attesa di trasfusione positivi al Covid. Tutto caduto nel vuoto, comprensibilmente per la grande ondata di contagiati da coronavirus, ma dover combattere una battaglia tra malati e malattie non è accettabile.
Durante i mesi di lockdown – prosegue Saccà – abbiamo avuto la fortuna di non riscontrare positivi tra i malati di talassemia. Oggi, invece, i casi sono, purtroppo, arrivati e con loro le grosse difficoltà a proseguire con le terapie. Devo, infatti, segnalare il caso limite che stiamo vivendo in questi giorni: da giovedì una paziente attende di poter effettuare la vitale trasfusione, la positività al Covid le impedisce di recarsi nel reparto di talassemia del Policlinico, così come in altre strutture ospedaliere non adeguate alla situazione, così da non contagiare gli altri pazienti».
Senza trasfusioni – l’odissea dei talassemici positivi al virus
La Fasted Mesisna Onlus ha quindi chiesto per il paziente talassemico e positivo al virus, una trasfusione domiciliare che però non è stata ancora fatta. «Abbiamo chiesto – continua Saccà – la possibilità di una trasfusione domiciliare ma ci è stato detto che mancano le attrezzature necessarie. Da giorni, quindi, ci siamo attivati per reperire una struttura ospedaliera in grado di effettuare la trasfusione in massima sicurezza. Grazie al grande impegno del dott. Crisà – dell’ospedale di Patti – siamo riusciti a trovare a Barcellona la possibilità di eseguire la terapia. L’odissea, però, non è terminata: per il trasferimento nella struttura di Barcellona serve un mezzo privato – un’ambulanza – con costi altissimi e non accessibili a tutti. Cosa che comunque è inaccettabile in quanto il servizio deve essere fornito dal SSN.
Mi chiedo, allora, in quale modo possiamo – noi affetti da talassemia – portare avanti le nostre terapie in una situazione del genere? Strutture non attrezzate – e capiamo benissimo i problemi legati a personale e reparti saturi -, cure domiciliari impossibili e trasferimenti privati costosissimi. Spiace dirlo, però, siamo di fronte a una graduatoria delle malattie. Non è accettabile. Senza le trasfusioni i malati di talassemia rischiano di morire, e la morte vale per tutti. Non può esistere una graduatoria nella morte, anche quelli che non risultano nei bollettini quotidiani della Protezione Civile sono morti reali.
Non chiediamo nulla di particolare o speciale: solo di poterci curare. E di farlo con una trasfusione. Nulla di impossibile. I talassemici positivi al Covid rischiano tantissimo e, dispiace davvero dirlo, senza una trasfusione rischiano di morire per la talassemia e non solo per il Covid».
(1523)