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Cura, solidarietà e ricerca: focus a Palazzo Zanca sulla storia dell’Istituto di Mortelle

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Convegno a Palazzo Zanca sulla storia dell’Istituto di Mortelle, luogo di cura agli inizi del ‘900, oggi centro di ricerca del CNR e sede del progetto Inter Pares per i ragazzi con autismo e le loro famiglie. A raccontare la storia di questo luogo importante per la memoria storica di Messina è lo scrittore Andrea La Fauci.

Punto di partenza è stato il libro “Una terra di laghi e di mare, una riviera, le sue colline… e la storia continua” dello scrittore non vedente Andrea La Fauci e incentrato sulla città di Messina. Al suo interno, tra i vari racconti frutto dell’attività di ricerca dell’autore, anche la storia dell’Istituto di Mortelle, sorto durante la Prima Guerra Mondiale, per volontà della Croce Rossa Americana, come ospedale da campo per i soldati feriti e diventato, successivamente, un luogo di cura per i minori malati di Messina e provincia.

A raccontarci un po’ della storia della struttura è lo scrittore stesso, Andrea La Fauco: «La Croce Rossa Americana – ci ha spiegato – aveva chiesto in comodato d’uso la zona di Mortelle per fare un ospedale da campo per curare i militari feriti durante la Prima Guerra Mondiale. Finita la Guerra, nel 1918, il dottor Faucello, primo direttore dell’Ospedale Piemonte, decise di utilizzare queste strutture per fare un Ospedale in cui curare i bambini malati di tubercolosi, malnutriti e affetti da varie patologie. Chiese quindi ai proprietari dei terreni, tra cui il cavalier Giovanni Guttarolo, se fossero disposti a collaborare, vendendoglieli. Loro hanno accettato, quindi Faucello ha contattato il dottor Bosurgi e sua moglie, persone benestanti e umane, che misero a disposizione le proprie conoscenze. Contattarono i vertici della Croce Rossa Americana spiegando il progetto, e la Croce Rossa gli lasciò le strutture che avevano messo su negli anni precedenti». L’Istituto di Mortelle divenne così un luogo di cura per i bambini malati della città di Messina, ma anche della provincia. Dal 1918 in poi vennero ospitati e curati al suo interno oltre 750 minori bisognosi di assistenza.

Oggi, l’Istituto Marino di Mortelle è stato ristrutturato e il Comune di Messina ha affidato uno dei padiglioni all’Irib del CNR (Consiglio nazionale delle ricerche), che al suo interno porta avanti il progetto Inter Pares. Si tratta di un progetto che si occupa di ricerca nell’ambito dei disturbi del neurosviluppo, e che ha creato un percorso, che sfrutta le ultime tecnologie – dalla realtà virtuale, ai robot sociali, passando per app innovative – e segue i ragazzi con disturbi dello spettro dell’autismo sin da piccoli e fino all’età adulta, favorendo poi il loro ingresso nel mondo del lavoro e aiutandoli ad acquisire tutte le capacità sociali necessarie alla vita di tutti i giorni.

Il convegno, intitolato “Istituto Mortelle di Messina, tra passato e presente” è stato organizzato dallo scrittore non vedente Andrea La Fauci e dal Club Unesco, con la collaborazione dell’istituto Irib Cnr di Messina. Presenti oggi, 30 gennaio, l’Assessore alla Cultura Enzo Caruso, che ha portato i saluti istituzionali del Sindaco Federico Basile e dell’Assessore alle Politiche Sociali Alessandra Calafiore, la dott.ssa Santa Schepis del Club Unesco, a prof.ssa Paola Radice Colace, ordinaria di Filologia Classica all’Università degli Studi di Messina; Lalace Ranieri Guttarolo, nipote del cavaliere Giovanni Guttarolo, proprietario di una parte consistente di appezzamento di terreno dove è stato costruito l’ospizio Marino di Mortelle; Adriana Bosurgi, erede della famiglia Bosurgi Caneva, fondatori dell’Ospizio Marino. Moderatore dell’incontro è stato il giornalista Domenico Interdonato, presidente regionale Ucsi.

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