L’opinione dei fruitori
I risultati del sondaggio condotto su un campione di 315 persone a integrazione dell’analisi evidenziano come la maggior parte degli utenti sia in grado di prenotare con un anticipo che va dalle 3 alle 8 settimane, mentre un 30% può arrivare anche a 12 o più settimane. Non si tratta però di un’opzione disponibile per tutti. Chi, infatti, non riesce a coniugare prezzo e possibilità economiche sempre più spesso si dice costretto a rinunciare al ritorno a casa per le festività.
Per quel che riguarda, invece, la percezione sul livello dei prezzi per i biglietti, il 69,2% degli intervistati si dichiara insoddisfatto, ritenendo le cifre proposte decisamente esagerate. Dai dati raccolti, inoltre, si evince come il 67,7% degli intervistati abbia più volte optato per il treno, mentre solo il 20% ha sostenuto di preferire l’aereo.
Possibili soluzioni
Come possibile soluzione, FuoridiME propone l’utilizzo degli aiuti di stato, disciplinati dal TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea). Sebbene gli aiuti di stato siano vietati in materia di trasporto aereo, al fine di garantire la concorrenza: «A tutela del diritto alla mobilità e della continuità territoriale – si legge nel report – possono essere introdotti, in deroga al generale divieto di aiuti di stato, oneri di servizio pubblico nei confronti di determinati aeroporti».
In sostanza, sarebbe possibile, in base alla normativa comunitaria, utilizzare gli aiuti di stato per colmare il gap e rendere i collegamenti più democratici, fruibili a tutti, e garantire così la continuità territoriale ai residenti. Qualcosa al riguardo è stata fatta, come ricorda infine FuoridiME, per la Sardegna, regione che presentava problematiche analoghe a quelle della Sicilia.
«Un investimento pubblico – conclude l’associazione – non si prospetterebbe come un danno alla libera concorrenza, ma come una proficua valorizzazione del territorio».
(2029)