Mercoledì 6 dicembre si riunirà a Roma la Conferenza Unificata tra Stato e Regione Sicilia, per affrontare, tra le altre, la tematica delle zone economiche speciali, le cosiddette ZES.
Con la legge del 3 agosto scorso le Zone Economiche Speciali destinate in Sicilia saranno due (per legge è il massimo delle zone che possono essere istituite per regione) e Messina rischia di esserne esclusa: Catania-Agusta e Palermo sono state già nominate in più occasioni come sedi delle future ZES.
Le Zone Economiche Speciali sono dei territori del paese, collegati a un’aera portuale, destinatari di importanti benefici fiscali e semplificazioni amministrative, concessi per favorire lo sviluppo di imprese già insediate e che si insedieranno, diventando appetibili anche per investimenti esteri.
«È indispensabile – scrive CapitaleMessina – che mercoledì vi sia la partecipazione forte ed autorevole del Governo siciliano, che si batta affinché anche Messina abbia la sua zona economica speciale. È un obbligo morale, oltre che politico, nei riguardi dell’unica città metropolitana che, a causa delle scelte del Governo nazionale, rischia di perdere oltre che l’Autorità portuale anche l’occasione di sviluppo economico offerta dalla ZES. Siamo certi che l’esecutivo regionale, alla sua prima prova, dimostrerà di avere a cuore le ragioni dei messinesi».
Il neo presidente Nello Musumeci, accompagnato dal Vicepresidente e Assessore all’Economia Gaetano Armao, si troverà ad affrontare, oltre che la questione delle ZES, anche la norma blocca-nomine, lasciata in eredità dal Governo Crocetta: «Norma che rischia di mandare a casa – spiega Capitale Messina – oltre mille precari dell’amministrazione regionale».
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