Non c’è una relazione diretta tra gli eventi vulcanici che hanno interessato lo Stromboli nel pomeriggio di ieri, domenica 4 dicembre 2022, e la scossa di terremoto di magnitudo 4.6 registrata alle 8.12 dello stesso giorno alle Isole Eolie. A confermarlo è l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), che spiega cos’è successo e l’origine del maremoto che ha colpito Stromboli.
Weekend difficile in provincia di Messina dove, in particolare Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, le zone limitrofe, e Mazzarrà Sant’Andrea hanno dovuto fare i conti con un’intensa ondata di maltempo. Inoltre, domenica mattina molti messinesi si sono svegliati a causa di un terremoto di magnitudo 4.6 che ha colpito le Isole Eolie, con epicentro a sud-ovest di Vulcano, ed è stato avvertito anche nella città dello Stretto. Poche ore dopo, nel pomeriggio alcuni eventi vulcanici hanno coinvolto l’area craterica dello Stromboli e la Sciara di Fuoco. Un distacco sulla Sciara di Fuoco avrebbe quindi causato un maremoto che, fortunatamente, sembrerebbe non aver arrecato danni: «Sull’Isola – ha spiegato la Protezione Civile – sono entrate in azione le sirene per allertare la popolazione. Dalle verifiche effettuate, non sono stati segnalati danni a persone o cose. Il Dipartimento continuerà a eseguire l’evoluzione dell’evento in costante contatto con le autorità locali e Ingv».
Ma cos’è successo esattamente a Stromboli?
Per comprendere cos’è successo sull’isola di Stromboli, pubblichiamo, di seguito, quanto scritto dell’Ingv: «Nel pomeriggio del 4 dicembre 2022 si sono verificati alcuni eventi vulcanici che hanno coinvolto l’area craterica dello Stromboli e la Sciara del Fuoco e che non hanno una relazione diretta con l’evento sismico di Magnitudo ML 4.6 registrato alle ore 8:12 locali con epicentro localizzato a sud-ovest dell’isola di Vulcano».
«A partire dalle ore 14:00 UTC – si legge sul sito dell’Istituto – è stato osservato un incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico. Alle ore 14:10 UTC è iniziato un trabocco lavico ed una concomitante intensa attività esplosiva entrambi dall’area craterica nord; successivamente si è verificata un’esplosione più intensa dall’area craterica centro-meridionale e sono stati osservati dei piccoli crolli di materiale lungo la parte alta della Sciara del Fuoco. Mentre continuava il trabocco lavico e l’attività esplosiva, si è formato un (o più) flusso(i) piroclastico(i) probabilmente innescato/i dal crollo di una parte dell’orlo craterico del settore Nord».
«Alle ore 15:19 UTC – spiegano gli esperti dell’Ingv – si è verificato un altro flusso piroclastico durato diversi minuti e che ha prodotto abbondanti quantità di ceneri che hanno temporaneamente impedito la vista della zona sommitale. Il materiale fine è stato disperso da deboli venti in direzione sud-ovest. I flussi piroclastici generati, che si sono propagati lungo la Sciara del Fuoco hanno dato origine ad una grande quantità di cenere e, una volta raggiunta la costa, hanno generato delle perturbazioni del moto ondoso che sono state registrate dal sistema osservativo delle MEDE. Alle 15:40 UTC si è potuto osservare anche una colata lavica che si è incanalata lungo la Sciara del Fuoco e che alle 16:00 UTC circa è arrivata alla linea di costa.
«L’ampiezza del tremore vulcanico – prosegue l’Istituto – ha raggiunto livelli molto alti intorno alle ore 15:00 UTC in concomitanza del primo flusso piroclastico. Un segnale sismico di notevole ampiezza e riconducibile ad un secondo flusso piroclastico, è stato registrato alle ore 15:19 UTC. Successivamente, l’ampiezza del tremore vulcanico si è attestata su livelli medio-alti, con tendenza all’incremento».
«I segnali attualmente disponibili – concludono dall’Ingv – delle reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo non mostrano variazioni di rilievo. La stazione clinometrica di Timpone del fuoco (STDF) ed il dilatometro di San Vincenzo (SVO) hanno mostrato una variazione impulsiva in corrispondenza del flusso piroclastico delle 15:19 UTC. Nel corso della mattinata dello stesso giorno, modeste perturbazioni del segnale sono state osservate alle stazioni GNSS e clinometrica di Timpone del fuoco (STDF), riconducibili all’attività sismica registrata nell’area eoliana, in particolare per l’evento delle 07:12 UTC con Magnitudo ML=4.6».
(Foto © INGV)
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