Coming out, orientamento sessuale, discriminazioni, storie d’amore, ddl Zan; con Rosario Duca e Oliver Meo, rispettivamente Presidente dell’Arcigay Messina e componente di Liberazione Queer+ Messina, abbiamo voluto parlare di questi temi, aspettando la nuova edizione dello Stretto Pride. «Molti pensano che il Pride sia una festa, – ha detto Rosario, nel corso di questa intervista doppia –, ma è un momento di rivendicazione. Sarà festa quando chiunque non dovrà più lottare per avere riconosciuto un diritto».
Aspettando il Pride di Messina
Il Pride nasce a seguito degli scontri violenti tra i clienti dello Stonewall Inn, bar di Christopher Street, frequentato da gay, lesbiche e trans, e la polizia di New York, che fece irruzione nel locale per l’ennesima retata. Era il giugno del 1969 e questo momento di tensione passò alla storia come i “moti di Stonewall”; la comunità LGBT stava per nascere e la controcultura andava in direzione opposta rispetto ai sistemi del capitalismo, che seguivano una sola direzione possibile: eterosessuale e bianco. «Lo Stonewall – ha detto più volte Kurt Kelly, co-fondatore del locale – è dove il Pride è cominciato e dove il Pride vive, dove le persone reagirono per la prima volta, dove la comunità reagì e disse: abbiamo dei diritti». Così 53 anni dopo, da Los Angeles a Berlino, passando da Messina si marcia ancora per rivendicare i diritti della comunità LGBTQ+.
Per il secondo anno, Messina potrà sentirsi libera di essere com’è: niente pregiudizi, niente violenza, niente sbeffeggiamenti. Sabato 23 luglio si marcia tutti per tutti. Ma cosa significa far parte della comunità LGBTQ+? Senza ombra di dubbio, la vita privata delle persone che fanno parte di questa comunità diventa di dominio pubblico; tra chi ama chi, transizioni, identità fluide. Muoversi sotto questo ombrello non è semplice e per questo abbiamo chiesto a Rosario Duca e Oliver Meo, che hanno età, storie ed esperienze diverse, di rispondere ad alcune domande.
Rosario, per esempio viene da un piccolo paesino in provincia di Messina, ma il suo coming out «è stato naturale e semplice. Mio padre disse che la cosa importante era la mia felicità. Erano gli anni ’70 e ancora non si parlava di orientamento sessuale». Più complesso invece il coming out di Oliver; «parlerei di tutti i coming out che sono necessari, perché quando una persona ne incontra un’altra dà per scontato che questa sia etero, cisgender. Io sono una persona trans e non binaria, il coming out con i miei genitori è successo 5 anni fa, quando avevo 20 anni. Per loro è stato difficile, ma anche per me è stato pesante. Adesso siamo tutti felici». E il primo amore? «Un bacio rubato – dice Rosario Duca –, correndo tra le campagne».
Stretto Pride Messina
Per partecipare al corteo di sabato 23 luglio, promosso da Arcigay Messina e OMD, con il patrocinio del Comune e della Città Metropolitana, con più consapevolezza;
- la bandiera arcobaleno, simbolo della comunità LGBT è stata realizzata da Gilbert Baker nel 1978. Fu usata per la prima volta per il Pride di San Francisco il 25 giugno del 1978. Ogni fascia di colore rappresentava un simbolo o significato. Per esempio il viola indicava lo spirito e l’arancione la salute;
- con l’approvazione della legge Cirinnà (entrata in vigore a maggio 2016), in Italia sono consentite le unioni civili tra persone dello stesso sesso;
- in Italia l’adozione del configlio all’interno di coppie omosessuali non è riconosciuta a livello legislativo;
- qui vi suggeriamo tre cose da ascoltare, vedere e leggere.
Servizio di Gabriella Fiorentino e Alessandra Mammoliti
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