Messina conferma il suo ruolo di primo piano come centro dell’accoglienza europeo e presenta la propria esperienza alla conferenza finale di Arrival Cities, città d’arrivo, che si terrà domani, martedì 24 aprile, a Bruxelles.
Negli ultimi due anni, infatti, la città dello Stretto ha preso parte al network internazionale Arrival Cities, nato nel settembre 2015 all’interno di Urbact III, programma creato dall’Unione Europea per affrontare le sfide offerte dalla società contemporanea attraverso il confronto e lo scambio di idee e buone prassi. Il progetto, giunto ormai alla sua terza edizione, comprende 4 macroaree d’azione, vale a dire: inclusione sociale; economia; governance; e ambiente e salute.
Il network Arrival Cities rientra nella prima categoria, quella dell’inclusione sociale, e riunisce 10 città europee, luoghi d’arrivo dei flussi migratori che, da diverse aree del mondo, confluiscono sul continente. Appare evidente come Messina si inserisca alla perfezione all’interno del network, grazie alla sua posizione geografica e alla sua storia millenaria di città porto, punto di incontro tra culture e tradizioni diverse, situato proprio nel cuore del Mediterraneo. Per queste ragioni, la città dello Stretto è stata scelta insieme ad altre 4 (Amadora, Roquetas de Mar, Thessaloniki e Vantaa) come caso studio, incaricato di raccontare la propria esperienza, il proprio modello di accoglienza nel corso dell’incontro finale.
Una serie di incontri, seminari e tavole rotonde, organizzati sia a livello locale che transnazionale, hanno caratterizzato, quindi, questi ultimi due anni, portando Messina e le altre città coinvolte a cercare le soluzioni migliori per gestire la coesistenza in un unico territorio di persone appartenenti a mondi apparentemente distanti. Arrival Cities, infatti, non si occupa solo di accoglienza, ma soprattutto di integrazione e svolge un lavoro destinato ad avere effetti sul lungo periodo, sulla struttura stessa della società. I temi principali attorno a cui è ruotato il progetto sono stati: la valorizzazione del capitale umano, la tutela e la promozione dei diritti umani fondamentali, e la lotta alla xenofobia.
«Messina, al di là dei singoli episodi, è una città accogliente, che si è messa molto in gioco sul tema dell’immigrazione – ha commentato l’assessore alle Politiche Sociali Nina Santisi, promotrice del progetto. Stiamo lavorando sodo come comunità, le singole persone si stanno impegnando in maniera attiva per creare una società inclusiva e integrata».
Nel corso di quest’esperienza, le 10 città coinvolte hanno realizzato, attraverso la collaborazione tra istituzioni e associazionismo, un Piano d’Azione. Il documento, il “Piano Locale Integrato di Azioni” che l’assessore Santisi presenterà a Bruxelles, contiene al suo interno le linee guida operative che la città è intenzionata a seguire e sta seguendo in materia di gestione dell’immigrazione. Un modello che va oltre la partecipazione ad Arrival cities e che potrebbe servire, in futuro, per mostrare di avere tutti i requisiti necessari per accedere a finanziamenti europei.
Ai lavori, oltre al Comune di Messina e all’assessorato alle Politiche Sociali, hanno partecipato attivamente l’ingegnere Giacomo Villari, la referente per il Dipartimento Sociale Sara Tornesi, il Centro Polifunzionale “I’m” e diverse associazioni del settore. Alla conferenza conclusiva che si terrà il prossimo 24 aprile prenderanno parte l’assessore Nina Santisi e il sindaco Renato Accorinti, che interverrà nel corso del panel dedicato, appunto, ai sindaci delle città d’arrivo.
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