«Dino Bramanti e Cateno De Luca sono due facce della stessa medaglia, due attori della stessa commedia la cui sceneggiatura è stata scritta tra Catania e Palermo, e che vede in scena un’unica vittima: la nostra città». Con queste parole Antonio Saitta ha reso noto il suo pensiero sull’attuale quadro politico cittadino, in vista delle elezioni del 10 giugno. Un quadro che il candidato sindaco di Messina ha definito inquietante.
«La situazione è vistosamente peggiorata rispetto al 21 aprile» – ha affermato ieri Saitta durante l’evento di inaugurazione della sua campagna elettorale, svoltosi a Piazza Cairoli.
«Pare ormai chiara la partita che sta giocando la destra. Con una regia non messinese, mette in campo due punte, due figure diverse, apparentemente antitetiche, che più diverse non potrebbero apparire nell’aspetto e nei modi ma in realtà identiche per finalità e obiettivi: subordinare Messina ad egemonie politiche catanesi e palermitane, garantendo comunque la sopravvivenza del sistema politico affaristico di Genovese».
Si riaccendono così i riflettori sui vari tira e molla che hanno avuto per protagonisti proprio Dino Bramanti e Cateno De Luca, definiti qualche settimana fa dallo stesso Saitta prove tecniche di inciucio.
«Da un lato abbiamo un primo candidato, il professor Bramanti, che nei giorni dispari si dichiara espressione della società civile, nei giorni pari, come ieri, si dichiara indicato direttamente dal presidente Musumeci». Chiaro il riferimento al discorso tenuto da Dino Bramanti durante l’evento di inaugurazione della sua campagna elettorale, a cui era presente proprio il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci.
«Poi c’è l’altro candidato, chiaramente di centrodestra: l’onorevole Cateno De Luca, aggressivo e verbalmente violento, del quale tutti sembrano avere timore. Si atteggia a Masaniello anti-sistema ma nel sistema è nato, cresciuto e si muove con il sostegno attivo e compiacente della Regione».
Quello su cui si è soffermato Antonio Saitta è il rapporto tra quelle che ha definito le due anime del centrodestra messinese. Un rapporto che definisce torbido, ricordando prima lo scambio di accuse di gravi reati, poi le conferenze stampa tenute insieme e poi di nuovo le accuse e le minacce di denunce.
«Tra ieri e venerdì la ciliegina sulla torta – conclude Saitta. Mentre Tajani e Musumeci si manifestavano accanto al professor Bramanti al Palacultura, venerdì il vicepresidente Gaetano Armao, coronava De Luca come grande statista e illuminato legislatore. Qual è la partita che si sta giocando? Quali sono gli accordi inconfessabili che non conosciamo?».
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