Manicomio 2.0: quando la difficoltà diventa valore aggiunto. In scena da domani alla Laudamo

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Manicomio 2.0 ha già vinto la sua scommessa. Il pubblico, incuriosito dal tam tam che è stato creato sui social, ha risposto positivamente alla prevendita dei biglietti.

Il progetto è maturato all’interno di uno spazio istituzionale quale il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASP di Messina. Il Laboratorio Teatrale “Corpo, creatività ed emozioni in scena” è frutto dell’incontro tra Roberta Famulari, terapista del DSM, Nicola Calì, autore e regista molto noto e Cristina Cannistrà, vicepresidente dell’associazione Miradas Onlus.

L’organizzazione e la realizzazione, tanto dell’attività quanto della rappresentazione finale, sono state interamente curate dalla stessa Miradas e dall’associazione Trecentosessantagradi Onlus, presieduta da Sara Mangraviti, che ha dato inoltre un notevole contributo, occupandosi insieme a Cettina Pelleriti, artigiana, della gestione del laboratorio espressivo-creativo che ha fatto da supporto a quello teatrale. Importante anche la disponibilità della cooperativa sociale Genesi che ha ospitato il gruppo a Casa Serena, durante l’ultimo periodo di prove.

Poi, a rendere possibile questo sogno sono stati la caparbietà e la buona volontà di tutti i partecipanti. Si tratta di un gruppo di 15 attori dilettanti. La storia, scritta dal maestro Calì, riguarda l’atavico confronto tra il mondo maschile e quello femminile. La vicenda si snoda dentro uno sfondo surreale e si svolge all’interno di una comune, modello coabitativo caratteristico degli anni settanta, una sorta di famiglia allargata con bizzarri personaggi. Non mancano sfumature comico-grottesche e un focus sui valori quali l’amicizia, l’amore e la diversità.

Manicomio 2.0 andrà in scena alla sala Laudamo di Messina mercoledì 15 giugno alle 17,30 e alle 21. A presentare lo spettacolo la giornalista Loredana Bruno.

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