Tra gli appuntamenti di oggi a Messina c’è la messa in atto di “Legittima difesa” nel settecentesco cortile del palazzo Calapaj-D’Alcontres (Strada San Giacomo, accanto al Duomo): appuntamento alle 20,45.
Lo spettacolo, che andrà in scena questa sera, si ispira a un testo scritto da Laura Giacobbe e messo in scena con la regia di Roberto Zorn Bonaventura. Lo spettacolo si inserisce nella rassegna “il Cortile – Teatro Festival di Messina” e affronta uno dei temi di attualità più caldi del momento. Gli interpreti saranno Giuseppe Capodicasa, Francesco Natoli e Michelangelo Maria Zanghì.
«Il terzo degli appuntamenti de “Il Cortile – Teatro Festival” – si legge nel comunicato – sarà tutto messinese e mette in scena un esempio della grande qualità teatrale che in questo momento storico esprime la città dello Stretto. Si va dall’autrice (Laura Giacobbe) al regista (Roberto Zorn Bonaventura), dagli interpreti (Giuseppe Capodicasa, Francesco Natoli e Michelangelo Maria Zanghì) alla produzione (Nutrimenti terrestri)».
Di cosa parla “Legittima difesa”?
«La scrittura di “Legittima difesa” – dice Laura Giacobbe – riguarda un’idea maturata molto tempo fa, quando le opinioni attorno a questo argomento apparivano come sintomi e sentori e non erano ancora il fiume in piena che sono oggi. Allora la circostanza di un rapinatore in casa appariva come un valido pretesto teatrale, uno zoom potente sull’umore nero che bolliva nel ventre del Paese. Quando invece tutto diventa troppo complicato, è bene diffidare da chi ci dice che tutto è semplice. Quando sentiamo di non appartenere più a niente, è bene diffidare da chi ci dice che apparteniamo al popolo del buonsenso».
A sua volta Bonaventura nelle note di regia scrive: «Incredibile signori: le rapine e gli omicidi sono nettamente in calo, mentre la paura aumenta. Come mai? Cosa o chi si nasconde dietro questo paradosso? È questo il nascosto nel testo “Legittima difesa”, è nascosto perché non lo dice, te lo porge gentilmente, per farti rendere conto di cosa sia adesso il nostro paese. L’Italia impaurita, depressa e cosparsa di odio. L’Italia che cerca di reagire ma viene fermata da un muro invisibile.
Che muro? L’ignoranza, il facile schierarsi con il più forte, il difendersi con le armi, con l’insulto, con la negazione dei diritti dell’uomo, con il perdere tutto ciò che di bellezza c’è nell’animo umano. Fermiamoci su una panchina di una piazza, incontriamoci, non facciamoci fregare, forse le soluzioni le possiamo trovare, guardandoci negli occhi. “Siamo uguali capo, a me non spetta l’orologio tuo e a te non spetta la vita mia”».
Il 29 luglio è in programma uno dei momenti più attesi di quest’anno: “Dux in scatola” della compagna Frosini-Timpano. In scena Daniele Timpano, per la prima volta a Messina, sarà solo con l’unica compagnia di un baule che viene spacciato come contenente le spoglie mortali di “Mussolini Benito”.
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