Superare gli attuali modelli riabilitativi attraverso l’ utilizzo della robotica è possibile. Mettere a disposizione della salute la tecnologia è l’ obiettivo che si pongono e intendono raggiungere 25 partners, che si sono consorziati provenendo dal settore pubblico, e da quello privato.
Tra i partner del Consiglio Nazionale delle Ricerche, di prestigiose Università, di centri medici di eccellenza, di Irccs che intendono raggiungere nei prossimi 35 mesi obiettivi ambiziosi, c’ è anche C.o.t. spa l’ Istituto clinico polispecialistico di Messina che da tempo ha intrapreso la strada della ricerca mettendo a braccetto medicina e ingegneria. Occorre capire le esigenze dei pazienti (una quindicina le patologie target di riferimento) rivolgendosi direttamente alle associazioni dei pazienti e dei loro familiari. E così, sulla riabilitazione robotica, è stata lanciata una survey per raccogliere i bisogni dei pazienti e orientare la ricerca del progetto Fit4MedRob.
Oggi la tecnologia offre la possibilità di progettare e realizzare strumenti di riabilitazione robotica sempre più avanzati, ma gli attuali filoni di ricerca rispecchiano effettivamente le esigenze dei pazienti? Per rispondere a questa domanda, un gruppo di esperti di riabilitazione tecnologica, con la collaborazione di alcuni rappresentanti delle associazioni, ha ideato e realizzato una survey per raccogliere i suggerimenti dei pazienti. La survey è stata proposta alle associazioni di pazienti e alle società scientifiche nei giorni scorsi a Roma durante il congresso “Fit for Medical Robotics. Per la C.o.t di Messina era presente Marco Ferlazzo. Verso una robotica riabilitativa personalizzata: un ponte tra le tecnologie e i bisogni dei pazienti”, il titolo dell’ appuntamento scientifico promosso dalla Fondazione Don Gnocchi e dall’Università di Pavia.
Coinv. Le domande: Sono necessari nuovi e più sofisticati strumenti per effettuare la riabilitazione a casa? Sono necessari esercizi più coinvolgenti per motivare i pazienti? Serve l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per adattare il trattamento ai bisogni specifici del singolo paziente? Sono questi alcuni esempi di quelli che potrebbero essere i suggerimenti che emergeranno dall’indagine, che si colloca nella tendenza sempre più diffusa della ricerca internazionale di coinvolgere i pazienti e i loro caregiver nel disegno dei progetti, per arrivare a risultati che rispondano alle loro effettive esigenze.
“Fit for Medical Robotics (Fit4MedRob)” è una iniziativa coordinata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e sostenuto dal Governo italiano nella cornice del Piano Nazionale per gli investimenti Complementari al PNRR. Il progetto, che si è aggiudicato un finanziamento complessivo di 128 milioni di Euro, vede la partecipazione di 25 partner, di cui 11 Università e Centri di ricerca, 11 IRCCS e Centri clinici e 3 realtà industriali. Si tratta di un’iniziativa che ambisce a rivoluzionare gli attuali modelli riabilitativi e assistenziali rivolti a soggetti di ogni età, con funzioni motorie, sensoriali e/o cognitive ridotte o assenti, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie robotiche e digitali, in tutte le fasi del percorso riabilitativo, dalla prevenzione fino all’assistenza domiciliare nella fase cronica. “L’Italia è un paese all’avanguardia nel campo della bioingegneria della riabilitazione e Fit4MedRob è l’Iniziativa giusta e al momento giusto per provare a coprire il gap tra la ricerca e il mercato. Comprendere a fondo le esigenze degli attori coinvolti, a partire dagli assistiti, serve nell’ottica di progettare sin dalle prime fasi sistemi in grado di dare delle risposte clinicamente e socialmente valide, oltre che economicamente sostenibili” spiega Christian Cipriani, professore ordinario della Scuola Superiore Sant’Anna e direttore scientifico dell’iniziativa.
Le tre mission interconnesse del progetto “Fit4MedRob”
Fit4MedRob si articola in tre diverse mission, tra loro interconnesse.
La Mission 1 (Clinical Translation & Innovation) è il cuore del progetto ed è dedicata alle attività di traslazione clinica realizzata attraverso trial su ampie casistiche eseguiti nell’ottica del continuum of care, della valutazione di sostenibilità e dell’attuale cornice normativa.
La Mission 2 (Biorobotic Platforms & Allied Digital Technologies) si propone di fornire ai centri clinici del progetto robot (personal care robot e healthcare robot) già in fase di avanzato sviluppo ma ancora adattabili alle necessità non soddisfatte dei pazienti.
La Mission 3 (Next Generation components) è infine dedicata agli studi di base relativi allo sviluppo dell’hardware dei dispositivi, della loro “intelligenza” e delle interfacce con il paziente.
L’attività della Mission 1 parte dall’identificazione dei bisogni, ad oggi non ancora completamente soddisfatti dei pazienti, in relazione all’utilizzo delle tecnologie. Proprio a tal fine, è stata predisposta dai centri clinici di Fit4MedRob la survey, condivisa con le Associazioni di Pazienti– sottolineano Irene Aprile, Direttore del Dipartimento di Riabilitazione Neuromotoria IRCCS Fondazione Don Gnocchi, Silvana Quaglini, Professoressa di Bioingegneria dell’Università di Pavia e Giuseppina Sgandurra, Professoressa di Neuropsichiatria dell’Università di Pisa e Responsabile del Laboratorio INNOVATE della Fondazione Stella Maris». La survey, rivolta ai pazienti affetti da ictus, sclerosi multipla, malattia di Parkinson, SLA, distrofia muscolare, neuropatie, gravi cerebrolesioni acquisite, paralisi celebrale infantile, o amputazione degli arti servirà per identificare con un sondaggio anonimo i bisogni riabilitativi primari in relazione alle disabilità.
I partner del progetto Fit4MedRob riunisce 25 partner, di cui 11 Università e Centri di ricerca, 11 IRCCS e Centri clinici e 3 realtà industriali.
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