Ancora una settimana d’attesa, poi il Conservatorio “Angelo Corelli” aprirà le porte alla deputazione nazionale, affinchè si possano finalmente affrontare alcuni problemi legati a quella che è una vera e propria università della musica. Poco meno di un mese fa, il presidente Giuseppe Ministeri ha ufficialmente invitato la deputazione nazionale per una visita presso la sede di viale Gazzi, visita che ci sarà il prossimo 14 novembre alle ore 11″.
Com’è noto, l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Arcangelo Corelli” di Messina, già Conservatorio di Musica “Arcangelo Corelli” di Messina, è, ai sensi dell’art. 33 della Costituzione e degli artt. 1 eseguenti della legge 21 dicembre 1999 n. 508, nonché del d.p.r. 28 febbraio 2003 n. 132, un’istituzione pubblica autonoma che persegue, come finalità istituzionali e permanenti, la formazione, il perfezionamento, la specializzazione, la didattica, la produzione e la ricerca in materia musicale.
L’Istituto ha personalità giuridica autonoma, e gode di piena capacità di diritto pubblico e privato nonché, di autonomia statutaria, regolamentare, didattica, scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile, ai sensi dell’art. 1 della legge 21 dicembre 1999 n. 508. Il Conservatorio è sottoposto alla supervisione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in quanto Ente appartenente alla Alta Formazione Artistica e Musicale.
Al fine di presentare le attività del Conservatorio Corelli e di poterLe mostrare i nuovi locali recentemente inaugurati e finalmente adeguati alle esigenze didattiche e artistiche dell’Istituto, ma anche al fine di poterLe rappresentare talune problematiche che lo investono, la S.S. è invitata ad un incontro che si terrà lunedì 14 novembre alle ore 11,00 presso la sede del Conservatorio di Musica di Messina”.
Così recita l’invito ufficiale, a cui hanno risposto presente gli onorevoli Gullo, D’Uva, Garofalo e Currò, come quella del senatore Mancuso. La speranza di Ministeri è che la deputazione capisca l’enorme potenziale dell’ente e che al tempo stesso lo sostenga, facendo da tramite con il MIUR, da cui il “Corelli” dipende, senza dimenticare la partita ancora aperta con la Città Metropolitana per quanto riguarda la gestione dell’attuale sede.
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