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Combattere il cancro “Insieme”: al Papardo, maggiore dialogo medici-pazienti

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In Italia nel corso del 2014 si sono registrati oltre 430.000 nuovi casi di tumore. Si stima che almeno 2.900.000 persone nel nostro Paese convivano, al momento, con una diagnosi di malattia oncologica. I progressi nelle terapie e la maggiore tempestività e precisione della diagnosi hanno consentito un importante miglioramento della sopravvivenza globale e della qualità di vita. Tuttavia, quasi due terzi dei pazienti devono fare i conti con gli effetti collaterali, in particolare nausea e vomito, associati ai farmaci chemioterapici.

A loro è rivolta l’iniziativa ONCOstories, campagna nazionale d’incontri tra esperti, pazienti con tumore e familiari, dedicata alla qualità di vita durante la chemioterapia.

La sesta tappa, promossa in collaborazione con l’Associazione Siciliana Sostegno Oncologico onlus (A.S.S.O.), coordinata da Vincenzo Adamo, Professore ordinario di Oncologia dell’Università degli Studi di Messina e Direttore dell’UOC di Oncologia Medica dell’AOOR Papardo Piemonte, è stata ospitata a Messina presso il Palacultura.

Obiettivo del progetto ONCOstories, è incoraggiare medici e pazienti a parlare apertamente di tutti i problemi che possono insorgere durante la chemioterapia e che spesso non vengono adeguatamente affrontati durante le visite ed i controlli, come gli effetti collaterali dei farmaci, il cui impatto sulla vita quotidiana dei pazienti può essere drammatico. Secondo una ricerca realizzata da Salute Donna e SIPO, la chemioterapia condiziona in maniera rilevante la normale gestione delle attività domestiche nel 61,6% dei casi, l’attività lavorativa nel 63,9% e la vita sessuale nel 63,7%. «Certamente negli ultimi quindici anni, anche se stiamo assistendo per i principali big killer ad un aumento dell’incidenza, di converso possiamo sottolineare per gli stessi una riduzione della mortalità e un guadagno di vita – afferma il professor Adamo – tutto questo si deve fondamentalmente alla possibilità di effettuare diagnosi più precoci e tempestive ed ai successi delle terapie oncologiche personalizzate oltre che all’avvento di specifiche terapie di supporto che riescono a controllare le tossicità dei farmaci, specie la nausea e il vomito, permettendo così di portare a termine i trattamenti oncologici nella loro completezza».

Oggi, grazie a specifiche terapie di supporto, il pesante impatto degli effetti collaterali può essere correttamente gestito dall’oncologo ma anche, in una fase successiva, dal medico di medicina generale che riveste un ruolo di primo piano nel seguire i pazienti al rientro a casa.

 

«Il ruolo del medico di medicina generale assume una rilevanza tutta speciale per due principali aspetti. In primo luogo – dichiara Giacomo Caudo, medico di medicina generale e Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Messina – il medico di famiglia ha un ruolo preminente in fatto di prevenzione, essendo in una posizione privilegiata per la rilevazione di eventuali fattori di rischio e sintomi poiché conosce bene il paziente. In secondo luogo, il medico di medicina generale interviene nella gestione della malattia subito dopo l’intervento chirurgico e le terapie antitumorali, affiancando l’oncologo nella risoluzione dei problemi clinici che possono insorgere una volta tornati a casa, come ad esempio i temuti effetti collaterali».

Il dialogo tra il paziente e il medico o i familiari è il punto da cui partire per affrontare i principali aspetti legati al percorso terapeutico, come la gestione delle terapie, il benessere psicologico e sessuale. «Alcuni problemi legati alla quotidianità del paziente oncologico possono sfuggire al medico, concentrato sulla cura del cancro. Il progetto ONCOstories vuole contribuire ad abbattere il muro di silenzi che spesso si instaura tra medico e paziente – sottolinea Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna onlus – reticenze reciproche a volte impediscono di affrontare aspetti importanti della malattia, come i problemi legati agli effetti collaterali dei trattamenti chemioterapici. Anche noi pazienti dobbiamo imparare a parlare apertamente, manifestando i disagi che le cure provocano».

Ma quali sono le ragioni che ostacolano il dialogo tra medici e pazienti? «A volte è difficile per i pazienti parlare dei disagi provocati dalla malattia sia con i medici che con gli stessi familiari – sottolinea Francesca Ceravolo, Psicologa e Psicoterapeuta “Progetto La Forza ed il Sorriso” – inoltre per la donna con tumore al seno l’esperienza è ancora più drammatica per la valenza simbolica della mammella. Il dialogo allora diventa necessario e dovrebbe essere parte integrante delle cure. Noi lavoriamo con le pazienti per risvegliare in loro la speranza. “La Forza e il Sorriso” è il progetto con cui le accompagniamo mensilmente attraverso incontri che potenziano le caratteristiche di ciascuna donna in un clima gioioso dove la paziente racconta di sé e intanto si fa bella e riesce a vedersi ancora donna».

Una buona qualità di vita e il benessere psico-fisico è indispensabile per garantire l’efficacia delle cure. In quest’ottica il controllo dello stress e l’adozione di una dieta equilibrata e ricca di nutrienti sono strumenti che i clinici hanno rivalutato moltissimo in anni recenti. «È stato dimostrato che lo stress contribuisce a ridurre l’efficacia delle terapie e gli effetti dell’alimentazione sono strettamente correlati all’aspetto psicologico – osserva Fausto Glorioso, Psicoimmunologo e Nutrizionista, Docente A.I.Nu.C., Accademia Internazionale di Nutrizione Clinica – oggi il nutrizionista deve essere attento agli stili di vita e all’alimentazione dei pazienti oncologici. Sappiamo infatti che le caratteristiche dei singoli nutrienti concorrono ad aumentare, regolare o diminuire i fenomeni infiammatori. Adottare una dieta ricca di alimenti che riducono l’acidosi tissutale e seguire le tabelle nutrizionali, consigliando al paziente la dieta più adatta, è un passo cruciale per la buona riuscita delle cure e il controllo degli effetti collaterali da chemioterapia».

Le attuali evidenze scientifiche dimostrano che gli effetti collaterali possono e devono essere tenuti sotto controllo a cominciare dai primi sintomi. Fondamentale è la relazione di fiducia tra infermiere e paziente. «L’infermiere vive accanto al paziente per tutto il percorso di cura a cominciare dal momento della diagnosi. Lo accoglie durante la prima visita e poi durante i controlli, sia in reparto di degenza sia in day hospital. Tra infermiere e paziente si instaura un rapporto empatico, di confidenza, che permette un dialogo aperto, senza reticenze da parte del paziente – sottolineano Graziella Mondello, Coordinatrice infermieristica f.f. Degenza UOC Oncologia medica AOOR Papardo Piemonte, e Vincenza Pecora, Coordinatrice infermieristica DH UOC Oncologia medica AOOR Papardo Piemonte – l’infermiere è anche la figura disponibile in qualunque momento a rispondere alle domande, a chiarire i dubbi e le incertezze, a infondere fiducia, a regalare un sorriso ma anche ad educare e ad informare sulla terapia, sui suoi effetti e su come è possibile oggi tenere sotto controllo sintomi spiacevoli, come nausea e vomito, con terapie efficaci e somministrate al momento giusto».

Gli incontri ONCOstories vogliono essere il punto di partenza di una battaglia vittoriosa contro il cancro basata sulla scoperta del valore della comunicazione, dell’importanza di vincere le proprie paure e parlare apertamente di come ci si sente per affrontare i momenti più critici del percorso di cura.

Per ulteriori informazioni è disponibile il sito www.nonausea.it.

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