Prima l’attacco, adesso la replica. Ieri, Daniela Faranda è intervenuta con una nota sui nuovi equilibri politici del Consiglio comunale all’indomani della sfiducia e dell’elezione dei due nuovi vicepresidenti. Il consigliere ha esortato, dunque, il presidente del Consiglio, Emilia Barrile, ad uscire allo scoperto e “rispondere del palese accordo tra una certa rappresentanza e la Giunta in carica”.
Una frase che non è andata giù alla stessa Barrile, che oggi agita nuovamente le acque, ribattendo al capogruppo Ncd con una dura lettera che vi riportiamo di seguito:
Le sterili polemiche non fanno parte del mio stile politico ma determinate affermazioni debbono essere stigmatizzate e ricondotte a canoni di oggettività e verità.
L’ipotizzare, da parte della Consigliera Faranda, inciuci ed accordi che avrebbero dettato le mie azioni personali ed i miei doveri istituzionali in quanto Presidente del Consiglio Comunale, appaiono come attacchi strumentali dettati da populismo di basso profilo.
Gli “… accordi di cui dovrei rispondere fra una parte del Civico Consesso e la Giunta…” sono smentiti nei fatti ed in tutto il coerente percorso che questa Presidenza ha sempre perseguito: rispetto delle regole nella conduzione del CC e stimolo all’Amministrazione perché rispondesse sempre di più e sempre al meglio alla città ed alle esigenze dei cittadini.
Forse sfugge alla Consigliera che l’accelerazione posta alla discussione della Sfiducia ha generato una riflessione all’interno della Giunta che ha mutato i toni e proposto un percorso di confronto fattivo e programmatico sulle future azioni necessarie al ben-essere di Messina.
Chi mi conosce sa perfettamente che la mia caratteristica precipua è la schiettezza e la semplicità ed il complottismo non è per nulla nelle mie corde tanto che, spesse volte, la condivisione piena delle scelte con i miei colleghi è stata letta come eccesso di democraticità. Non si possono certo imputare accordi similari fra la mia compagine e quella di Cmdb come quello per far eleggere, al tempo, il Vice Presidente Crisafi, al posto della scelta più condivisa dall’Aula…, forse per uno scambio do ut des in suggello dell’elezione del Sindaco?
Comprendendo, comunque, che un certo malcontento possa essere fisiologico da parte della rappresentante di un Partito che ha più poltrone che voti, non posso che gioire di non essere Parlamentare nazionale perché avrei seriamente rischiato che mi venisse addebitato, a causa di oscure trame sotterranee, anche le dimissioni di Renzi.
Penso che ora, però, sia giunto il momento di sgombrare il campo di diatribe fini a se stesse ed andare avanti nella costruzione congiunta di percorsi virtuosi necessari alla città nel completo rispetto di tutte le giuste istanze dei messinesi.
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