Sulle soluzioni tampone in attesa del completamento del porto di Tremestieri, dipenderà il futuro del traffico dei mezzi pesanti in città almeno per i prossimi tre anni. Il messaggio lanciato da Cambiamo Messina dal Basso è forte e chiaro: no ad una nuova concessione della Rada San Francesco, perché c’è da scongiurare il rischio di un collegamento con la fine dei lavori dell’approdo a sud, opera ritenuta fondamentale per liberare la città dai mezzi pesanti.
Per il gruppo politico che sostiene l’amministrazione Accorinti esistono delle soluzioni alternative, a partire dall’utilizzo del Molo Norimberga anche per i tir, ma ci sarà da imprimere un deciso colpo di acceleratore ai tempi di costruzione del terzo scivolo di Tremestieri. Secondo il gruppo “accorintiano”, solo così la Rada San Francesco non sarebbe più quella strada obbligata per far defluire dal traffico cittadino i mezzi pesanti.
Quella di Cambiamo Messina dal Basso è una soluzione che l’amministrazione sta vagliando, anche se l’ipotesi della concessione rimane sempre valida e, forse, anche quella più plausibile. La Giunta si prenderà qualche giorno di tempo per comprendere quale sia la soluzione migliore, anche se molto dipenderà dal tavolo tecnico della prossima settimana, a cui l’amministrazione parteciperà insieme all’Autorità Portuale e alla Capitaneria di Porto.
Solo allora si saprà come la giunta intende agire e quale sarà la posizione che il Comune prenderà all’interno del Comitato Portuale. Però è evidente che qualora l’amministrazione decidesse di seguire la strada del rinnovo del bando della concessione della Rada San Francesco, si verificherebbe un pesante strappo politico con la base che la sostiene.
Il precedente, in questo senso, c’è già e riporta alla mente quanto accaduto esattamente un anno fa, quando la stessa amministrazione comunale decise di porre fine allo storico contenzioso tra il Comune e l’Autorità Portuale per la gestione di alcune aree della Zona Falcata. Cambiamo Messina dal Basso scese in piazza insieme ad altre sigle politiche e sindacali, per sostenere e ribadire l’importanza di un contenzioso che doveva restare in piedi, prima che la stessa amministrazione Accorinti ci mettesse una pietra sopra.
Antonio Macauda
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