Animali macellati clandestinamente, senza alcun controllo e rispetto di norme igienico sanitarie, la cui carne finiva poi sulle tavole dei consumatori. L’operazione “Gamma Interferon”, i cui risultati sono stati resi noti mercoledì scorso, ha permesso di sgominare una vera e propria associazione a delinquere, gestita da due gruppi criminali che operavano tra Tortorici e Cesarò. Furto, maltrattamento e macellazione clandestina di bovini e suini nel Parco dei Nebrodi le accuse, per le quali sono state emesse 33 misure cautelari nei confronti di allevatori, macellai e persino veterinari dell’Asp di S. Agata Militello.
Ma adesso ciò che preoccupa maggiormente è la salute dei cittadini, soprattutto in seguito alle dichiarazioni del presidente della Regione Rosario Crocetta, intervenuto ieri in una conferenza stampa a Palazzo D’Orleans: “Cosa nostra- ha dichiarato il Governatore- ha il controllo del mercato alimentare delle carni e gestisce la macellazione clandestina. E’ una situazione terrificante, basti pensare che solo nelle provincia di Messina l’anno scorso abbiamo registrato il furto di 30 mila ovini e di 6 mila bovini. Nell’inchiesta della Procura di Messina che ha portato agli arresti per la macellazione clandestina – ha aggiunto il Governatore – la Regione non è stata parte passiva ma ha collaborato. Gli inquirenti non hanno trovato una Regione che copriva le carte o non le recuperava, ma che ha fornito la massima collaborazione e si pregia di farlo”.
Ma non è tutto. Crocetta ha infatti sottolineato: “Su circa 200 casi di brucellosi umana registrati in Italia, nel 2016, ben 130 si sono verificati nella zona sud dell’area metropolitana di Messina”.
L’affermazione del Presidente della Regione è confermata da un’indagine condotta dall’Istituto Zooprofilattico, che già nel marzo scorso aveva effettuato approfonditi controlli su tutto il territorio siciliano. Messina è dunque la provincia siciliana più colpita dalla brucellosi. Secondo l’Istituto Zooprofilattico, la maggioranza delle aziende che allevano bovini colpiti dal virus, si trova sul territorio peloritano. I numeri parlano chiaro: su 1.827 aziende monitorate, 177 sono risultate positive ai controlli. Il 9% dei capi di bestiame allevati nel messinese è portatore di brucellosi, un dato tutt’altro che irrilevante se si considera la media regionale che si attesta al 3%. Altro dato rilevante riguarda i controlli sul bestiame. A differenza del resto dell’Isola, infatti, dove si raggiunge la totalità, a Messina il 20% dei produttori sfugge agli accertamenti sanitari.
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Soluzione? licenziare tutto il personale che attende ai controlli ed assumere nuova gente, guarda se non si risolverebbe la questione senza se e senza ma, e che non si facciano inutile chiacchere, questi sono attentati alla salute dei consumatori!