Lo scorso 4 ottobre l’Acr Messina ha comunicato di essersi avvalsa della collaborazione dei medici Francesco Mento ed Alessio Caldarera, del fisioterapista Giuseppe Frisone e dal massofisioterapista Francesco Grioli. A supporto della società anche la Clinica San Camillo e lo studio Petralito. Un cambio in corsa inaspettato e improvviso, visto che il Messina aveva già un accordo con il Centro Medico Riabilitativo dell’Università, impegno di durata triennale messo nero su bianco lo scorso giugno.
Da qui nasce la polemica con l’Ateneo che ha subito replicato al club giallorosso con un duro comunicato stampa in cui si evince il mancato pagamento delle spettanze. “Alla scadenza del primo termine contrattuale per il pagamento delle spettanze dovute, fissate in misura nettamente inferiore ai prezzi di mercato, proprio nell’intento di agevolare una proficua collaborazione con Acr Messina, il Centro – spiega Unime – ha inviato alla stessa società un sollecito in data 23 settembre. Per quasi due settimane non è stata fornita alcuna risposta, né è stata onorata la scadenza. Si apprende dalla stampa che la società ha invece affidato lo stesso servizio ad altri. Il Centro Medico, nel ribadire il proprio stupore per il comportamento della controparte, si riserva di tutelare nelle opportune sedi i propri interessi legati al contratto sottoscritto e la propria immagine”.
L’Università, quindi, non sarebbe stata pagata per il servizio offerto che il Messina senza preavviso avrebbe adesso deciso di rivolgersi altrove. Ma secondo la società del presidente Natale Stracuzzi le cose non stanno così. Con un ennesimo comunicato, l’Acr ieri sera ha replicato nuovamente all’Ateneo, sottolineando come lo scorso 28 settembre, senza alcun preavviso, il C.M.S.R. dell’Università di Messina ha deciso , in spregio agli accordi convenzionati, di non far pervenire lo staff medico necessario durante l’attività atletica sportiva dei calciatori, con tutte le conseguenze connesse alla predetta decisione.
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