Ponte sullo Stretto, Accorinti: “Chiedeteci cosa ci serve davvero”

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Come auspicabile, le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sul Ponte sullo Stretto, hanno scatenato un vespaio. Riaffiorano tutti i partiti e movimenti politici pro o contro, si scatenano le discussioni sui social e si imbastiscono nuove battaglie.

Una vera e propria crociata. Solo che non si sa chi siano i cristiani e chi i musulmani. Ognuno porta avanti le proprie ragioni, fondate su documenti più o meno fondati.

Si ha la sensazione, tuttavia, che Renzi sappia di essere incendiario e pompiere allo stesso tempo. Che si assuma la responsabilità di “appiccare incendi” in vista del Referendum per smuovere un po’ le acque e far parlare di sé, per poi subito dopo tornare nei ranghi, ammettendo di non essersi mai spostato dall’idea del “prima le infrastrutture necessarie e poi il Ponte”, è cosa ormai palese.

Dopo le dichiarazioni di ieri sul Ponte, oggi il Premier ha affermato, con un tweet, che “Da mesi dico che prima vengono banda larga, Salerno-Reggio, viadotti in Sicilia e che dopo c’è il ponte sullo stretto. Dov’è la novità?”. Quindi, se ci si meraviglia la prima volta che Renzi afferma questo concetto, per quale motivo continuare a farlo ogni volta che lo ribadisce?

Sull’argomento, il sindaco di Messina, Renato Accorinti, resta fermo sulle sue posizioni. “È un’indignazione enorme. Ogni tanto, ciclicamente, torna a galla la questione del Ponte sullo Stretto. Un’azione poco dignitosa per chi deve rappresentare il governo. La gente il ponte non lo vuole, abbiamo affermato in tutti i modi quanto sia inutile e pericoloso, anche perché si costruirebbe in prossimità della faglia più pericolosa del Mediterraneo”.

Il sindaco della città metropolitana, ritorna sui bisogni, non solo della città dello Stretto, ma di tutto il sud-Italia: “Abbiamo bisogno di infrastrutture. Di ferrovie, autostrade, aeroporti. In Calabria e in Sicilia c’è un deserto dei trasporti e costruire il Ponte sullo Stretto sarebbe come costruire una Cattedrale, in mezzo a questo deserto”.

Accorinti poi fa un’analisi dell’attuale situazione delle infrastrutture in Sicilia: “Abbiamo la peggiore ferrovia d’Europa. Esiste ancora il binario unico e il 30% dei treni va ancora a gasolio, per l’incredulità dei parlamentari del nord. Esiste una frana, nell’autostrada che collega Messina a Catania, e non è stato tolto nemmeno un secchio di sabbia. Al nord, la frana sarebbe stata messa in sicurezza da subito. Non voglio mettere il sud in competizione con il nord, ma l’Italia è divisa a metà”.

“Il governo dovrebbe dotarci di ciò che aiuta a far crescere il territorio nel futuro – continua Accorinti -. Il Ponte può dare solo assistenzialismo per un breve periodo di tempo. Perché non chiede a noi di cosa abbiamo bisogno? Non si capisce che, finché c’è una parte del territorio nazionale che viene lasciata in cancrena, è tutto il paese a sprofondare?”.

Poi, sempre da Accorinti,  un intervento sui 330 milioni di euro provenienti dal Patto per Messina: “La mia amministrazione comunale ha ereditato una situazione finanziaria gravissima. I 330 milioni, si badi bene, sono da dividere per tutti i comuni della provincia metropolitana. Sono stati gli stessi sindaci, senza ingerenze, a dirci quali siano le loro priorità e a cosa servirebbero questi soldi. Perché loro sanno di cosa hanno bisogno. È così che dovrebbe fare anche il governo centrale”.

 

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