Quando la confusione regna sovrana si rischia che importanti provvedimenti per il futuro di Messina possano essere attuati senza che la cittadinanza comprenda la loro portata. Sulla lunga e contorta vicenda legata al futuro dell’ospedale “Piemonte”, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone tenta l’operazione verità durante una conferenza stampa tenutasi stamane proprio nei locali del nosocomio di viale Europa.
In ballo c’è il mantenimento del pronto soccorso del “Piemonte” che il futuro polo riabilitativo previsto dopo la fusione con l’Irccs metterebbe a rischio. A riguardo, Ardizzone mette le cose in chiaro e cita il protocollo d’intesa stipulato lo scorso maggio tra l’Azienda Ospedaliera Papardo – Piemonte e l’Istituto Neurolesi. “Non sono un medico – spiega Ardizzone – ma dopo aver letto le carte ho compreso come il protocollo siglato due mesi fa parli di attività riabilitative che nulla hanno a che vedere con il pronto soccorso. Il documento conclude sottolineando la possibilità per l’Ircss di modificare la destinazione dei posti letto in relazione ad eventuali nuove esigenze legate al rispetto della mission aziendale che è appunto l’attività di riabilitazione. Non parteciperò all’inaugurazione di una struttura che non prevederà il pronto soccorso. Capisco – continua il numero uno dell’Ars – l’esigenza del Neurolesi di cercare nuovi spazi per sfruttare i 155 posti letto assegnati, ma ciò non deve mettere in pericolo il Piemonte, importantissimo presidio sanitario in cui ricade una popolazione di 150mila abitanti”.
Ardizzone individua una soluzione per salvare l’attività del “Piemonte”, condividendo la richiesta avanzata dall’Udc di far transitare la struttura di viale Europa all’Asp, una manovra che permetterebbe di svincolarsi dallo stesso decreto Balduzzi, affiancato al decreto assessoriale n.46 che entro il 31 dicembre 2016 prevede l’accorpamento di numerose strutture ospedaliere siciliane. “Così facendo – spiega Ardizzone – il pronto soccorso sarebbe salvo e sulla questione si tornerebbe a parlare il 1 gennaio del 2017. Intanto – prosegue – chiederò all’assessore alla Sanità Gucciardi un tavolo tecnico con i direttori Vullo, Aliquò e Sirna per individuare la soluzione migliore”.
Giovanni Ardizzone, nel corso dell’odierno incontro con i giornalisti, ha affrontato anche la questione relativa al Polo oncologico d’eccellenza del Papardo. “La nascita del centro oncologico – spiega Ardizzone – era stata già annunciata nel 2002, successivamente calò il silenzio fino al 2012 quando l’assessore alla Sanità dell’epoca Massimo Russo tagliò il nastro di una struttura derivante da un patto tra Policlinico e Papardo. Oggi il direttore generale Vullo annuncia che i 39 milioni di euro di finanziamento europeo per il Polo dovranno essere restituiti. Ciò conferma i dubbi che ho avuto fin dall’inizio sulla vicenda”. Situazione incerta anche per l’ex ospedale “Margherita”. “Si è detto di tutto sulla struttura di viale della Liberta – precisa Ardizzone – nel 2003 si realizzò un project financing che si tramutò in una causa con l’Asp e intanto l’ex assessore Russo proponeva la vendita del Margherita. Credo che l’unica soluzione per poter riutilizzare l’imponente struttura sia la realizzazione di un polo culturale”.
Andrea Castorina
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