Referendum consultivo, 501 firme per modificare lo Statuto comunale

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Sono 501 le firme raccolte dall’associazione Nuova Politica attraverso le quali restituire legittimità allo strumento del referendum comunale, previsto dallo titolo III dello Statuto del Comune di Messina.

Una raccolta firme, inaugurata appena un mese fa, che aspira a modificare il testo statuario riducendo il numero delle sottoscrizioni necessarie per usufruire dello strumento referendario dalle attuali 5mila a 2mila e ad abolire il quorum necessario per rendere valida la consultazione.

Votare ogni cinque anni per eleggere Sindaco e consiglieri comunali non è più sufficiente, secondo il presidente di Nuova Politica, Pierangelo Grimaudo, che ha formalmente depositato nelle mani del Vicesindaco ed assessore al Bilancio, Guido Signorino, e del presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, le prime 500 firme.

La spoliazione continua del territorio messinese, le accelerazioni in merito all’accorpamento della Camera di Commercio, dell’Autorità portuale e della Corte d’Appello sono temi che richiedono la partecipazione di tutti.

Nessuno può realisticamente pensare di ridurre i cittadini a semplici elettori; il cambiamento al quale una città deve aspirare, per migliorare le proprie condizioni sociali ed economiche, richiede un’assunzione di responsabilità proprio da parte di coloro che trarrano maggiore vantaggio dal verificarsi di un sostanziale mutamento: i cittadini.

Lo strumento referendario, sul piano locale, può,  se ben congegnato con una disciplina che ne favorisca l’utilizzazione agevole da parte della popolazione, dare la possibilità alla cittadinanza di trasformare la sterile lamentela in assunzione di responsabilità.

Lo Statuto del Comune di Messina, così com’è oggi, è regolamentato in modo tale da rendere praticamente impossibile il suo funzionamento; il tetto di cinquemila firma è eccessivamente alto e questo elemento contribuisce a scoraggiare i singoli, così come la presenza del quorum, il 50% più uno dei votanti, sostanzialmente richiede che a votare, per rendere valida la consultazione, si rechi un numero elevatissimo di cittadini: circa centomila.

Regole che dunque, vanno riviste per rispondere alle vere esigenze di un territorio che chiede di poter contare di più in scelte che riguardano il proprio futuro.

A sostenere l’iniziativa, anche i consiglieri Daniela Faranda, Luigi Strurniolo, Carlo Abbate, Fabrizio Sottile, Paolo David, Lucy Fenech, Giuseppe Santalco e Carlo Cantali.

Il primo passo è compiuto, la parola adesso passa alla giunta Accorinti ed al consiglio Comunale.

 

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