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Università. Doppio libretto per studenti “doppio sesso”

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Si chiamano “transgender”, sono persone che hanno un nome che non corrisponde al proprio aspetto o all’identità di genere sentita.

Un termine, transgender, in cui si possono identificare tutte le persone che non si sentono racchiuse dentro un determinato genere, maschile o femminile che sia. Un termine che racchiude tante realtà e tante storie, fatte, anche, di piccole e grandi problematiche.

Un libretto universitario, che porta un nome maschile (o femminile), ma che “viene portato” da chi uomo (o donna) non si sente, può costituire un problema serio nella vita di ogni giorno.

E così, anche l’università di Messina, seguendo l’esempio di quanto già fatto a Padova, Torino, Napoli e Bari, ha deciso di porre rimedio a questa problematica.

Il Senato Accademico dell’Università di Messina, infatti, ha approvato il rilascio del “doppio libretto” per uno studente, iscritto a un Corso di Laurea dell’Ateneo, che ne aveva fatto richiesta, manifestando il proprio disagio anagrafico causato dalla sua “conclamata disforia di genere”.

Il Dipartimento Servizi didattici, ricerca e alta formazione, ha istruito la pratica mettendo in risalto, oltre ai principi giuridici, la necessità di risolvere il disagio che lo studente, o studentessa, in via di transizione di genere, deve affrontare per l’evidente contrasto tra il suo aspetto esteriore e il suo nome, che emerge in ogni occasione di confronto con i colleghi. Il Garante degli Studenti, Francesco Olivo, ha espresso parere favorevole.

“Negli ultimi anni – si legge nella delibera adottata dal Senato – l’aumento dell’attenzione alle problematiche relative alla privacy e al rispetto della persona, ha portato all’adozione di una serie di provvedimenti volti alla tutela dell’individuo in tutte le sue peculiarità”.

A tal proposito, il presidente del Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo, Maria Antonella Cocchiara, aveva già messo in risalto che nel Piano di Azioni Positive del CUG 2015/17 il “doppio libretto” universitario è appositamente previsto, al fine di “garantire agli studenti e alle studentesse transgender iscritti al nostro Ateneo che, tramite il doppio libretto concorde con l’identità di genere da essi/e percepita, possano godere della serenità e del benessere psicologico necessari per un proficuo svolgimento dei loro studi”.

“L’Università – ha detto il rettore, Pietro Navarra – deve garantire i diritti di tutti i suoi studenti. Il lavoro istruttorio condotto dagli uffici ci ha dato conferma dell’importanza dell’accoglimento dell’istanza. Con questa delibera, tra l’altro, ci allineiamo a quanto già fatto in altri Atenei, come Padova, Torino, Napoli e Bari”.

A questo punto, mentre un primo libretto contenente i dati anagrafici conformi a quelli presenti nel registro dello Stato Civile destinato a essere archiviato nella Segreteria dell’Università, l’altro contenente un alias rispondente all’identità psico-fisica dello studente, o studentessa, sarà utilizzabile per tutte le procedure universitarie come, ad esempio, la registrazione degli esami sostenuti.

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