Le tariffe degli asili nido aumentano a causa del mancato incasso da parte del Comune di 80mila euro, fondo si gestione per ammortizzare gli aumenti. A farsi portavoce dei disagi delle famiglie sono i consiglieri comunali Libero Gioveni e Alessandro Cacciotto.
«Pur consapevole degli obiettivi e dei vincoli previsti nel piano di riequilibrio − spiega Gioveni − nella fattispecie, essendoci stato un errore (politico o amministrativo che dir si voglia) che ha fatto volatilizzare 80.000 euro che avrebbero certamente consentito a palazzo Zanca di coprire le 185.000 euro frutto del 36% della metà dell’ammontare dei costi di gestione degli asili nido (1 milione e 30mila euro), almeno per questo anno corrente in cui è stata commessa la “gaffe”, non si può non chiudere un occhio revocando immediatamente la delibera».
«Anzi − prosegue il consigliere − dico di più. Qualora il piano di riequilibrio dovesse trovare l’auspicato accoglimento da parte del Ministero e della Corte dei Conti, nella prima relazione semestrale che l’Amministrazione dovrà produrre per spiegare l’andamento delle entrate, dovrà ammettere l’errore e se la Corte dei Conti ne vorrà conto e ragione, che paghi chi ha sbagliato».
«D’altronde − ricorda l’esponente Udc − proprio a voler suffragare il concetto “chi sbaglia paga”, il Consiglio Comunale ha votato un emendamento che ha allegato al piano di riequilibrio col quale ha voluto istituire un organismo indipendente di valutazione dei dirigenti, tendente appunto a “colpire” gli eventuali responsabili di una non adeguata gestione delle entrate di palazzo Zanca».
«Insomma − sentenzia il consigliere comunale – è giunto il momento di dire basta al fatto che gli errori degli amministratori li debbano pagare sempre e solo i cittadini; pertanto, nell’attesa che si chiariscano in Commissione servizi sociali, come da me richiesto, di chi siano effettivamente le responsabilità di aver perso gli 80.000 euro dalla Regione per gli asili nido, chiedo che si revochi l’atto di giunta che ha rimodulato le rette per gli asili nido per l’anno 2015».
«Per gli anni avvenire, invece − conclude Gioveni − se la Regione non dovesse più offrire nuove “chance” come quella appena sfumata, sarà giusto rispettare gli obiettivi del piano di riequilibrio, anche perché, in caso di non approvazione del piano e quindi di dissesto, non sappiamo nemmeno se gli asili nido esisterebbero visto che, a quanto pare, non sono considerati servizi obbligatori per legge».
Il consigliere Cacciotto lamenta che «le nuove tariffe scatterebbero a partire da settembre 2015 ma, il rischio concreto, secondo lo scrivente, che il nuovo piano “lacrime e sangue” per venire incontro al “piano di riequilibrio decennale” avrà come effetto lo svuotamento delle strutture comunali.
Già, secondo la manovra di Giunta, targata Accorinti, le nuove tariffe, per la frequentazione degli asili nido comunali, non contemplerebbero esenzioni per le famiglie senza reddito, dunque altamente disagiate stabilendo il pagamento di una retta mensile che va, dai 90 euro (reddito fino a 6.524,57 euro), 180 euro (reddito da 6.524,57 a 13.049,14 euro), 270 euro (reddito superiore a 13.049,14)».
«Ben si capisce come le nuove tariffe – continua −sono destinate a tagliare le gambe a molte famiglie che non godono di una condizione economica certamente agiata, anzi spesso vivono una condizione economica drammatica».
«Tante famiglie – conclude Cacciotto −, qualora la situazione tariffaria dovesse cambiare, saranno costrette a settembre a non poter più iscrivere i loro bambini agli asili nido comunali ovvero a portarli negli asili privati che paradossalmente potrebbero costare anche di meno. Il concreto rischio è un progressivo quanto rapido svuotamento degli asili».
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