Emergono ancora problemi per gli impianti della Raffineria di Milazzo dopo la nuova ispezione del Ctr (Comitato Tecnico Regionale per la sicurezza). La società entro il 23 giugno, come si leggeva nelle precedenti prescrizioni del Ctr, doveva presentare «un dettagliato cronoprogramma per l’esecuzione di alcuni lavori», infatti, secondo il precedente verbale, presentava delle criticità in caso di sisma, di alluvioni e non aveva adeguati standard per la salvaguardia del sottosuolo e per i servizi antincendio, ma per il Comitato persistono delle criticità. Nel nuovo verbale inviato anche al Ministero dell’ambiente e alla Regione Sicilia viene evidenziato infatti che il documento presentato dalla Raffineria «non soddisfa quanto chiesto nella delibera di maggio» e inoltre «gli studi richiesti ad oggi non sono stati presentati al Comitato, nonostante il gestore abbia dichiarato il completamento degli studi relativi a estensione del sistema di rivelazione gas infiammabili del sistema di rilevazione H2S (idrogeno solforato) e dell’adeguamento dei sistemi Anti incendio». Preso atto della situazione il Ctr ha quindi diffidato, ai sensi dell’articolo 27 del decreto legislativo 334 del 99, il gestore a produrre entro 60 giorni dalla notifica la seguente documentazione: «gli studi per l’estensione del sistema di rilevazione gas infiammabili, gli studi del sistema perimetrale di rilevazione H2S, gli studi di adeguamento dei sistemi antincendio, un cronoprogramma dettagliato con la descrizione delle varie fasi a supporto delle indicazioni temporali per la sua attuazione. Il presidente della commissione ambiente di Milazzo, Giuseppe Marano, appresa la notizia sottolinea: «Se io fossi il sindaco di Milazzo, una zona dichiarata ad alto rischio di crisi ambientale, a tutela sia dei lavoratori che dei cittadini della Valle del Mela chiederei la piena adozione delle prescrizione degli impianti del Ctr, pena chiusura impianti». I cittadini di Milazzo sono molto in apprensione, in effetti nel precedente verbale del Ctr venivano evidenziati molti pericoli per quel che riguarda il rischio sismico. A questo proposito il Comitato ha scritto: «In relazione agli obblighi dell’Opcm n.3274 del 20 marzo 2003, la Raffineria ha dichiarato di aver effettuato solo verifiche su edifici civili e sulle fondazioni degli impianti». Secondo gli ispettori «in assenza di verifiche dinamiche che tengano contro dei nuovi parametri stabiliti dal Ntc 2008 (Nuove norme tecniche per le costruzioni, ndr) e delle connessioni esistenti tra centri di pericolo (colonne, reattori, serbatoi, piperack) e le tubazioni di fluidi pericolosi, non potranno essere trascurate le rotture maggiori il 100% del diametro della tubazione». La Commissione poi ha criticato l’operato della Raffineria per l’insufficiente analisi storica, dove non sono riportati eventuali eventi sismici o rilasci istantanei e l’Uvce (esplosioni non confinate, ndr). Per quel che riguarda il pericolo di rischio idrogeologico, pur avendo la società evidenziato i possibili eventi naturali (inondazioni, onde anomale) che potrebbero abbattersi sulla raffineria, di questi non si è tenuto conto all’interno del Rapporto di sicurezza verbale, registra inoltre pericoli in caso d’incendio e rileva «l’inadeguatezza della caserma interna alla raffineria dei vigili del fuoco, sia in termini di posizione che di protezione».
Gianluca Rossellini
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