Sono i primi stent coronarici completamente riassorbili ad essere stati impiantati in provincia di Messina. Nei giorni scorsi l’équipe di Cardiologia Interventistica dell’Aou “G. Martino” ha applicato, nelle arterie coronarie di due giovani pazienti colpiti da infarto miocardico, un Bvs (Bioreasorbable vascular scaffold), un’impalcatura vascolare bioriassorbibile. Un ausilio già utilizzato con successo in alcune realtà ospedaliere siciliane; adesso anche la Città dello stretto può contare su un punto di riferimento in questo campo.
Diversi i vantaggi per il paziente, rispetto alla classica angioplastica con lo stent coronarico in metallo, che rimaneva in modo permanente nelle coronarie. Il dispositivo infatti, composto da un polimero di acido polilattico, mantiene la coronaria aperta per un tempo sufficiente a permettere che la placca aterosclerotica guarisca; dopo sei mesi il Bvs comincia a dissolversi, per poi scomparire del tutto nell’arco di due anni. Nell’organismo, dunque, non rimane nessun corpo estraneo, e si riduce il rischio di eventi avversi a distanza, quali la trombosi tardiva dello stent, ed anche la necessità di assumere farmaci antiaggreganti a lungo termine.
Si evitano, inoltre, i problemi legati alla compatibilità degli stent con la risonanza magnetica, ed anche un successivo intervento di cardiochirurgia, qualora fosse necessario, diventa più semplice. I candidati ideali all’impianto del Bvs sono i soggetti più giovani (in genere di età non superiore ai 65-70 anni) che conducono una vita attiva e non sono affetti da particolari malattie. La decisione finale relativa all’impiego del Bvs, comunque, può essere presa solo dopo la coronarografia.
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