A Messina esiste un luogo dedicato alla tecnologia dove passato, presente e futuro dialogano assieme. Si tratta dell’iMuC, il museo di Messina dedicato all’informatica e al videogioco. “iMuC Messina Retro Computing” nasce dall’idea di Alessandro Coletta e Biagio Natoli Orioles. I due si sono ritrovati a discutere delle proprie passioni comuni tra cui il retrocumputing e collezioni di pezzi vintage tra computer, accessori e videogiochi.
Il team dell’iMuC Messina
Tutto nasce dalla domanda “perché non mettiamo assieme le nostre collezioni e facciamo un museo?” Costruire un museo, però, non è un’impresa semplice. Non serve solo pura passione: occorre tempo, dedizione a mani pronte a prendersene cura. Così, ai due, si unisce Tonino Bisazza, capace di ridare vita a quelle macchine d’epoca che avevano bisogno di attenzione e poteva affiancare Biagio.
La crescita del team, però, non finisce qui: arriva anche Emanuele Campagna a dare la spinta finale, decisiva, nel realizzare il sogno.
Dove il tempo si ferma e inizia la magia
Oggi, il museo iMuC è una realtà. Ci sono centinaia di pezzi, alcuni rari, altri semplicemente iconici, ma ognuno con il suo grande valore. L’iMuC Messina non è solo un luogo dove il passato rivive, ma una vera e propria macchina del tempo. Uno spazio dove si divulga conoscenza, si restaura il passato e si condivide con i visitatori la meraviglia di scoprire come si è arrivati al mondo digitale di oggi.
L’obiettivo non è solo preservare la storia della tecnologia, divulgarla, ma anche ispirare le nuove generazioni a scoprire l’affascinante mondo del retrocomputing e dei videogiochi. L’iMuC di Messina non è solo una collezione di oggetti ma un viaggio nella memoria. È la celebrazione di un’epoca in cui con pochi pixel si costruiva la storia dell’informatica come la si conosce oggi. È un luogo dove gli appassionati possono tornare bambini e i più giovani possono scoprire un mondo che sembra lontano e incredibile ma allo stesso tempo affascinante. All’iMuC, tra computer, console, joystick, dischetti, il tempo si ferma e inizia la magia.
Inizia il viaggio nel tempo
Biagio Natoli ha raccontato ai microfoni di Normanno la genesi di iMuc Messina, attraverso un excursus tra passato e presente. «Quelle che abbiamo qui, sono tutte macchine funzionanti. In questa collezione diamo particolare attenzione al mondo Apple perchè Steve Jobs non è solo un creatore di computer ma è un uomo che ha cambiato radicalmente la tipologia di uso e consumo dell’informatica. Lui ha portato la visione del computer come estensione dell’uomo» – ha spiegato.
Nella sua collezione, si può ammirare il primo Macintosh con le icone e le firme dei progettisti e tutta l’evoluzione del mouse fino ad arrivare a quello senza fili.
«Qui da iMuc Messina abbiamo anche IBM di fascia professionale. Si tratta di computer che hanno informatizzato le banche. Nel 1977 il computer diventa personal ed esce dai centri di calcolo per entrare nelle case. Parliamo dell’Apple 2 e del primo Commodore, il Pet CBM. Il Commodore 64 è il più diffuso al mondo e quello che è entrato nelle case con i videogiochi. Qui, ci sono anche dispositivi come il primo iphone, il primo Newton» – ha affermato.
Al Computer Museum di Messina ci sono delle iconografie che spiegano al visitatore ciò che sta guardando e il relativo periodo storico. Tra le macchine, c’è anche il computer del ventesimo anniversario della Apple; considerata la macchina di design più avanzata e uno dei pezzi più belli della collezione. Tutte le macchine sono accese il sabato per riportare l’esperienza utente a quello che realmente era quando si utilizzavano.
Spazio anche ai videogiochi
Il Computer Museum di Messina è una realtà che guarda anche alle scuole perchè è un progetto di ampio respiro. In programma ha un progetto con il Verona Trento, un volume in uscita con collaborazioni esterne. «Attorno a questa realtà ruotano tanti appassionati. Il retrocomputing non è morto. Ci sarà un evento all’anno nuovo con il centro di sviluppo di Google e saremo presenti con la nostra mostra» – ha fatto sapere Biagio Natoli.
All’iMuC Messina ampio spazio è dedicato anche ai videogiochi. Chi nato negli anni ’80 può riprovare l’emozione di giocare, di provarli e vederli funzionanti. Verrà sviluppato anche un corner sulla storia della PlayStation, sull’evoluzione della Wii e Nintendo. «Ad un dato momento, il videogioco ha avuto necessità di avere un’interazione con la persona. Basti pensare alla pedana Wii balance board o al telecomando mosso per emulare la racchetta da tennis. Ad un certo punto si è iniziato a muovere il corpo per giocare. Oggi questa visione è un po’ antica perchè si pensa alla realtà virtuale, abbiamo una visione immersiva dove è il videogioco che entra nel corpo con il visore della realtà aumentata» – ha spiegato.
iMuC Messina: un piccolo tesoro
Una parte del museo è dedicata anche al mercato italiano con il marchio Olivetti. All’iMuc Messina, infatti, si può ammirare il primo prodotto Olivetti che entrò nelle scuole negli anni ’85-87 con software didattici. Inoltre, c’è anche il primo computer portatile Olivetti del 1983. «Tutte le nostre macchine sono assolutamente funzionanti e si riporta la modalità d’uso all’esperienza utente del tempo e questa non è una cosa banale. Una cosa è vederlo in esposizione e una cosa è vederlo in funzione» – ha sottolineato.
Biagio Natoli restaura e recupera le macchine. Chiunque ne abbia, può donarle per dargli nuova vita. «Così facciamo un bene alla città perchè questo è un piccolo tesoro» – ha affermato.
Il bello di iMuc Messina è creare interazione; vedere le macchine e provarle con le proprie mani come quando le si utilizzava, ridare vita a come realmente erano, ascoltare anche i suoni del tempo. «Nel profilo di queste macchine l’unità di memorizzazione è la cassetta musicale. I programmi venivano memorizzati sulla cassetta e poi sul floppy disc».
Dialogo tra passato e presente
Avete mai pensato di vedere l’interfaccia di ChatGpt su un computer che ha quasi 50 anni? All’iMuc Messina è possibile. Tutti i computer presenti sono collegati e accesi. Non solo: per ogni macchina si può consultare il relativo manuale, considerato una Bibbia di collegamento tra computer e uomo. «Ho fatto della mia passione il mio lavoro» – ha spiegato Biagio Natoli. «L’idea è di creare connessione, ciò per cui si utilizzava la macchina al tempo e l’emozione che si provava riportata ai giorni nostri. Ho deciso di aprire questo museo per passione e tutto nasce e si mantiene non profit per condivisione, per unire le generazioni. In questo modo, il mondo del retrocmputing non muore. Bisogna dare continua vita e non far morire questo patrimonio che è cultura» – ha concluso.
L’iMuc Messina nasce il 12 aprile del 2025, qualcosa di simile la si trova a Palazzolo Acreide.
Siete pronti a fare un vero e proprio viaggio nel tempo e toccare con mano i suoni del passato in una cornice moderna? L’iMuc Messina è il posto giusto per farlo.
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